Gli universi perduti di uomini e donne all’Hotel de l’Univers

Oggi a Monfalcone e domani a Trieste il nuovo film di Tonino De Bernardi con Joana Preiss e Lou Castel
Di Beatrice Fiorentino

Diviso tra passato e presente, tra una lunga e prolifica stagione underground e un "cinema aperto", apertissimo - come ama definirlo -, spesso indipendente e autoprodotto, sempre libero di intrecciare e di intrecciarsi in nuove infinite correlazioni. Vulcanico e inarrestabile, vivace e curioso come un bambino ma con la profondità di sguardo di un vecchio saggio, Tonino De Bernardi, regista tra i più inquieti e puri del cinema italiano, è uno che pensa per immagini. Da ogni sua conversazione nascono cento film possibili, alcuni dei quali si traducono concretamente, mentre altri restano lì, temporaneamente accantonati ma mai del tutto abbandonati. Solo nel 2015, di film completati se ne contano almeno quattro.

E ora uno di questi, "Hotel de l'Univers", dopo essere stato presentato all'ultima edizione di Torino Film Festival, dov'è di casa, arriva anche a Monfalcone e a Trieste. Proiezioni in calendario oggi al Kinemax di Monfalcone, alle 17.30 e 20, e domani al Teatro Miela di Trieste, alle 18.30 e 21. De Bernardi ci sarà, come sempre disponibile a rispondere alle domande del pubblico, al termine delle prime proiezioni di entrambe le giornate.

"Hotel de l'Univers", interpretato da Joana Preiss, Joana Curvo e il Lou Castel de "I pugni in tasca", continua la ricerca e la sperimentazione dei precedenti film dell'autore, ponendo al centro gli universi perduti (fra musiche, ossessioni, riti iniziatici, percorsi temporali impossibili) di uomini e donne che hanno perso il contatto con la propria vita, che vivono in relazione con la morte e la violenza come naturale "contrappasso".

«Difficile spiegare di cosa parla - afferma - perché come tutti i miei film parla di tante cose. Affronta, potremmo dire, il presente. Il presente così come lo vedo io. E siccome non c'è mai una vera fine tra un mio film e il successivo, "Hotel de L'Univers" può essere definito la prosecuzione di "Casa dolce casa", con il quale, assieme a "Jour e nouit, delle donne e degli uomini perduti", forma una sorta di trilogia».

Una volta di più, la protagonista è una donna, uno dei tanti personaggi femminili che costellano la filmografia di De Bernardi. «Mi identifico con più facilità nelle donne perché nella storia sono state sempre oppresse. E io sto sempre dalla parte degli oppressi. In particolare, in questo film (ma non solo in questo - ndr) mi sono voluto avvicinare al mondo della prostituzione».

Tra i mille progetti avviati, De Bernardi è attualmente impegnato nello sviluppo di un'idea che aveva già annunciato a Gorizia nel 2013, quando il regista aveva partecipato all'ampia retrospettiva che i curatori del Premio Amidei gli avevano dedicato: un nuovo film che avrà per protagonista Isabelle Huppert (già nel suo precedente Médée Miracle del 2007) intitolato "Gros Plan". L'autore, allora, aveva persino ipotizzato di girare parte del film in regione, a Gorizia, ma per ora non c'è conferma.

«Dipende - conclude De Bernardi - anche dalla volontà dei produttori, perché trattandosi di una coproduzione italo-francese bisognerà rispettare alcuni equilibri nella scelta delle ambientazioni. Comunque non lo escludo».

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