Gorizia riscopre la polifonia di colori di Di Iorio

La pittura come viaggio in spazi interiori e attraversamento di territori sconosciuti: questo il senso del fare arte per il pittore goriziano Mario Di Iorio (1958-1999) al quale è dedicata la personale dal titolo "Polifonia di immagini. Segni e colore su tela", che apre venerdì alle 17.30 alla Galleria LegAntiqua di Gorizia, in corso Verdi 73.
L'esposizione, organizzata in collaborazione con la Biblioteca statale isontina, propone oltre una ventina di opere di proprietà della famiglia, quasi tutte inedite, di dimensioni diverse. Che coprono la produzione artistica del maestro dagli anni '70 fino all'ultimo periodo di attività. aImmagini fantastiche, situazioni dell'inconscio che trovano la loro natura e esplicazione attraverso un gesto ed il segno»: così Mario Di Iorio descriveVA il senso profondo del suo essere pittore in un testo inedito e manoscritto del suo archivio documentale.
Il percorso di visita all'esposizione inizia con un quadro di strutture geometriche realizzato da studente alla Scuola d'arte di Gorizia, allievo di Cesare Mocchiutti, con il quale mantenne un rapporto emozionale e intellettuale durato tutta la vita. Quindi prosegue con le grandi opere gestuali, dominate dalla forza espressiva di colori forti e segni audaci che connotano tutta la sua pittura in modo radicale e personale.
Nei primi anni '80 Di Iorio, mentre studiava a Venezia all'Accademia di belle arti, iniziò a frequentare lo studio di un altro maestro del Novecento: Emilio Vedova. Ne nacque un dialogo di scambio e confronto che influenzò la produzione di entrambi.
Lungo il percorso anche tele in bianco e nero nelle quali la struttura dell'opera mantiene il vigore del gesto e il dinamismo del movimento.
Visse la pittura in modo assoluto, totalizzante, Mario Di Iorio. Sempre alla ricerca di un'essenzialità che contenesse il concetto di equilibrio fra colore, energia, gesto, superfici e spazio. Valente docente, la sua vita è stata un dividersi fra lo studio di Gorizia e l'accademia di Brera, dove insegnava pittura.
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