Grado Giallo apre con l’anima nera di Leonardi

Torna da domani “Grado Giallo”, appuntamento "ad alta tensione" che porterà in Laguna per tre giorni, fino al 5 ottobre, i protagonisti del genere noir (nelle declinazioni del thriller, del poliziesco, della spy story e dell'horror). A indagare e discutere intorno al tema di questa settima edizione, ovvero “La paura e i generi del mistero”, si avvicenderanno autori e ospiti illustri del mondo letterario e accademico, soprattutto, ma anche del cinema.
Domani sera, infatti, il primo evento speciale, a conclusione della prima giornata già fitta di incontri sul tema. Al Kinemax di Monfalcone, alle 21, nel terzo weekend di presenza nelle sale italiane, si ripeterà il successo del film di Francesco Munzi “Anime Nere”, in concorso all'edizione appena conclusa della Mostra del Cinema di Venezia. Sarà presente in sala, per rispondere alle domande del pubblico e di Mario de Luyk, Marco Leonardi, attore che ha raggiunto la fama (fino all'Oscar) grazie a “Nuovo Cinema Paradiso” e a “Come l'acqua per il cioccolato”, che nel film di Munzi interpreta uno dei fratelli protagonisti del film. Tratto dall'omonimo romanzo di Gioacchino Criaco, "Anime nere" si avvicina al mondo della 'ndrangheta con sguardo nuovo, inedito per il nostro cinema, scegliendo come punto di osservazione l'interno di una famiglia di cui i tre fratelli Luigi, Rocco e Luciano ne rappresentano le diverse anime. C'è chi vuole starne fuori, ma le leggi del sangue e della vendetta che regolano quel mondo arcaico e primitivo, in cui l'onore va ancora difeso a tutti i costi, porteranno all'inevitabile tragedia (pur sorprendendo con un finale tutt'altro che scontato).
Il regista, raggiunto al telefono, spiega le ragioni del suo approccio: «Non volevo fare un film sulla mafia - racconta - mi ci sono imbattuto dopo aver letto il libro di Criaco, che raccontava di una provincia dell'Aspromonte con uno sguardo interno, viscerale, emozionale. L'aspetto che più mi attirava e che poi mi ha portato in Calabria, a fare un lavoro di preparazione del film, è il fatto che queste persone che abitavano un paesino minuscolo dell'Aspromonte, molto selvaggio, avessero delle connessioni internazionali che raggiungono tutto il mondo. È come se avessero una doppia anima. Da una parte sono legati alla terra, a un mondo arcaico, dall'altra invece sono molto più moderni, conducono una vita che potremmo definire "borghese". Più che da un tema sono partito da un luogo e dai personaggi».
"Anime nere" è ambientato ad Africo, un paesino di duemila anime, dove l'intera troupe si è trasferita a girare ignorando quelli voci che invitavano alla prudenza. «Si leggevano cose poco rassicuranti su ciò che accadeva in queste zone della Calabria, - spiega Munzi - zone poco frequentate dagli stessi calabresi. Sono partito con una certa diffidenza, ma ho voluto provare lo stesso anche perché volevo seguire un approccio di tipo documentario nel metodo di lavoro, non potevo raccontare quelle cose dall'esterno, mi volevo accostare a questa realtà. Ho cercato la complicità di Criaco, che mi ha portato a conoscere gli abitanti del posto. Il cinema mi ha aiutato. Il fatto che non andassi a realizzare un documentario ma che volessi raccontare una storia di finzione, senza andare a ficcare il naso in affari privati, ha vinto la loro iniziale ritrosia. Alla fine hanno anzi voluto partecipare, "fare". E il loro contributo è stato fondamentale per poter ricreare un'atmosfera dal sapore autentico».
Impressione confermata anche da Marco Leonardi, originario di Locri, che quindi quelle zone le conosce bene. «Forse il fatto che ci fossero anche attori calabresi come me nel film ha aiutato ha vincere una prima diffidenza. Ma la verità è che, anche se all'inizio ci guardavano a distanza, alla fine si sono appassionati tutti. Per un mese, ad Africo, siamo stati tutti una famiglia».
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