Grandi artisti a cavallo del ’900 sui manifesti delle navi bianche primedonne verso le Americhe

di Patrizia Piccione
Alla fine dell’Ottocento il viaggio per mare era tutt’altro che di piacere. Per i passeggeri dei piroscafi, sia le classi privilegiate sia gli emigranti, le traversate erano un inevitabile purgatorio di scomodità per le prime, e un vero e proprio inferno per i disperati stipati come sardine nel viaggio della speranza. Il comfort era insomma un concetto senza alcuna relazione con la funzione pratica dello spostamento di persone.
Sotto la spinta del forte flusso migratorio – tra il 1880 e il 1924 sono emigrati in America circa 4 milioni e mezzo di italiani – le compagnie di navigazione italiane capiscono che il trasporto passeggeri, siano lavoratori siano viaggiatori per diletto o per affari, poteva rappresentare l’alba di un florido business. Nonostante il moderno concetto di marketing non fosse nemmeno in gestazione, l’obiettivo principale era trovare il modo migliore per attrarre i futuri, potenziali clienti. Come? Offrendo the best of: vale a dire, la miglior tecnologia per viaggi veloci, arredi da grand hotel, servizio a cinque stelle, ma anche benessere e amenità varie, dotando i ponti in teak con piscine e campi da tennis, e le cabine first class con bagni da sogno e verande vista mare. Fare del modo di raggiungere la meta, insomma, uno status symbol, grazie a delle prime donne galleggianti in grado di soffiare il lungo monopolio crocieristico alle navi inglesi, tedesche e francesi.
Una competizione che si dimostra vincente grazie anche alla strategica mossa di riunire nel 1932 sotto un’unica bandiera – la Società Italia - le tre principali compagnie dell’epoca, ossia la Navigazione Generale Italiana di Genova, Cosulich Line di Trieste e la Lloyd Sabaudo di Torino.
Un ruolo fondamentale di promozione nella stagione d’oro delle shipping companies lo riveste la comunicazione pubblicitaria mettendo in campo l’estro e la creatività degli illustratori e pittori dell’epoca, chiamati a interpretarne il glamour e l’esclusività.
L’arte al servizio del mercato dei grandi cartellonisti italiani, come Giuseppe Riccobaldi, Aurelio Craffonara, Gino Boccasile, Giovanni Patrone, con una importante costola di illustratori triestini, Marcello Dudovich in testa, assieme a Argio Orell, Antonio Quaiatti, Paolo Klodich e Angelo Battistella, grafico pubblicitario ancor oggi in attività.
A raccontare per immagini la storia delle grandi compagnie di navigazione italiane, il catalogo “Manifesti. Il viaggio in mare, pubblicità e crociere in Italia 1885-1965”, dell’architetto e storico della marina mercantile Paolo Piccione (Silvana Editoriale, 237 pag. 39 euro), il volume (con testo italiano–inglese) strenna di Natale in uscita in questi giorni nelle librerie.
Arricchito da pressappoco 350 immagini tra manifesti, brochure, locandine e avvisi pubblicitari firmati dai maestri cartellonisti, ripercorre l’Eldorado delle compagnie di navigazione del Belpaese, soprattutto nei decenni a cavallo tra le due guerre, fino alla metà degli anni ’60. Le rotte tra il Vecchio e il Nuovo continente, ma anche verso l’Africa orientale e l’esotico estremo O. riente, a bordo dei grandi transatlantici: lussuosi e confortevoli hotel galleggianti che si sfidano a colpi di saloni da ballo, interni di design firmati da artisti e architetti di grido, radiche, marmi, legni pregiati, menù di chef pluristellati, orchestre, e liste passeggeri very high society. Affiches d’autore quali raffinate testimonial delle compagnie di navigazione, la cui cifra grafica stilistica identifica la società stessa.
Così i cartelloni di sapore futurista del pittore Giuseppe Riccobaldi per Cosulich Line e Lloyd Triestino negli anni ’20 e ’30, oppure quelle dal marcato tratto orientaleggiante del pittore triestino Argio Orell, affascinato anche dal diametralmente opposto cubismo, come nella locandina datata 1927 per Cosulich Line, che reclamizza la tratta da Trieste per il Sud e il Nord America.
Immagini pubblicitarie che riflettono non solo il gusto e le mode della società ma anche il contesto politico ed economico italiano e internazionale. Il catalogo illustrato apre con un’introduzione che abbraccia la storia del viaggio per mare e della marina mercantile italiana di fine ‘800, attraversa le due guerre mondiali, passando poi per gli anni del boom fino al declino attorno alla fine degli anni ’60. E quindi l’età dell’immigrazione, quando le navi sono uno spartano mezzo di trasporto per chi è in cerca di fortuna oltre oceano.
I decenni a cavallo tra le due guerre vedono invece da un lato i progressi tecnologici e una nuova concezione di piroscafo e, dall’altro, la rigidità del regima fascista, impegnato a rincorrere il sogno della supremazia anche in campo marittimo civile. Tradotti graficamente, da una parte i manifesti con i frizzanti anni ’30 dell’età del jazz firmati Marcello Dudovich, le cui donne con i capelli alla maschietto incarnano la modernità. E, dall’altra, i cartelloni di Craffonara e Boccasile con i cavalieri dell’apocalisse, le colonne e le mastodontiche prue a suggerire l’orgoglio tricolore.
Archiviato il conflitto mondiale la navigazione civile di lusso si avvia lungo le rotte della sua ultima stagione. Tra i primissimi anni ’50 e fino al ’65 a continuare la tradizione della cartellonistica pubblicitaria italiana, Giovanni Patrone, Alda Sassi, Dario Bertazzoli, i cui manifesti puntano su un nuovo concetto di turismo “moderno” più alla portata di tutti. Poster colorati e accattivanti in linea con le nuove tracce del marketing, come quelli del triestino Angelo Battistella, alter ego grafico del Lloyd triestino e dell’Adriatica, che portano una nota fresca nel panorama pubblicitario.
Un professionista dell’illustrazione ancora attivo in campo grafico, nonché “unico tra i cartellonisti del libro che accanto al nome ha solo la data di nascita”, precisa Battistella, autore dell’illustrazione scelta per la copertina del volume.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo