I bagnanti di Giovagnoli invadono Portopiccolo da un’epoca che non c’è più

Negli spazi dell’Art Gallery le opere dell’artista riminese che evocano malinconiche atmosfere felliniane 
Franca Marri

la recensione



Figure di bagnanti giungono a colorare gli esterni e gli interni di Portopiccolo nella nuova stagione estiva che segna anche l’avvio di una nuova stagione d’arte nel borgo sul mare di Sistiana. Sono le figure dell’artista riminese Luca Giovagnoli che appaiono oltre che nei dipinti originali esposti negli spazi dell’Art Gallery, anche nelle loro trasposizioni su pvc calandrato appese sulla Salita alla Torretta.

Una tuffatrice, una bagnante sorridente con una ciambella gonfiabile simile a un fenicottero o ancora cinque bambini sul bagnasciuga in posa per una fotografia sono alcuni dei protagonisti di queste opere dal gusto vagamente rétro, come suggerito dai costumi anni Cinquanta, dalle cuffiette, dai cappellini e dai vestiti dei bambini sulla spiaggia.

Realizzate appositamente per Portopiccolo sono la continuazione di una serie su analoghi soggetti sempre ispirati dalle fotografie di un’epoca che non c’è più e ad un immaginario che l’artista rielabora da tempo.

La sua è una pittura densa di materia e altrettanto ricca di memoria; una memoria propria, familiare, risalente alla sua infanzia ma insieme una memoria collettiva, con cui è facile entrare in relazione riandando per esempio con il pensiero a qualche vecchia fotografia tenuta in casa, in qualche cassetto, da ciascuno di noi, o anche a qualche film visto sul grande schermo, magari d’ispirazione felliniana. Ma è facile riconoscerle anche condividendo la stessa esperienza del bagno al mare, quel senso di libertà che ti dà la vacanza o anche solo una giornata trascorsa sotto il sole.

Le forme sono volutamente approssimate, a tratti come sfocate, i colori paiono saturi e l’azzurro viene a tingere uniformemente cielo e mare, sospendendo la visione in un tempo che appare al tempo stesso vicino e lontano, presente e passato. Nella sabbia mescolata al colore si può leggere una voglia di concretezza, di tangibilità, un senso di appartenenza e di attaccamento ai luoghi che si teme possa rivelarsi sfuggente. Nella indefinitezza delle forme c’è una sottile nostalgia, una vena di malinconia che rimangono in ogni caso soltanto alluse. Come la nostalgia di “quelle cose perdute”, di “quelle cose lasciate” di una delle più celebri canzoni di Gino Paoli.

I bagnanti divengono così riflesso di una condizione dell’essere e al di là dell’apparente immediatezza, facilità dell’immagine, aprono a nuovi mondi del sentire, del fantasticare, del narrare. Negli spazi della Art Gallery di Strada delle Botteghe, le figure di Luca Giovagnoli dialogano con le donne di Ilaria Bramezza, presenti anche nello spazio espositivo del Falisia Hotel sfoggiando da una parte i loro cappelli a cloche che rimandano agli anni Venti, rivisitati però con forme e colori vivaci, assolutamente contemporanei, dall’altra le loro acconciature di gusto neo-barocco.

Nella sala centrale è allestita un’esposizione fotografica tutta newyorkese, coordinata da Camilla Bach, con opere realizzate da sei alunni del prestigioso International Center of Photography.

Nel ricco calendario della galleria guidata da Fabio Fonda sono previsti quindi ulteriori appuntamenti con le esposizioni delle opere di Walter Bortolossi, ironico ed attento interprete di attualità di cronaca letta in chiave sociologica, e di Olimpia Biasi, artista “rivelatrice di mondi ad altri sconosciuti” come ebbe ad osservare Philippe Daverio. A seguire, “Fiber no limits” avrà per oggetto l’arte tessile di Verena Giavelli, Anita Normani e Pia Puonti ispirata dalla creatività digitale dello stesso Fabio Fonda.

Grazie alla collaborazione con l’Associazione culturale Casa C.A.V.E. in diversi spazi di Portopiccolo, a breve, troveranno inoltre collocazione le sculture in pietra di Aurisina realizzate da Jacopo Bassi, Edi Carrer e Alberto Fiorin per il progetto “Energia dei Luoghi”. —



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