I “moschettieri” dell’operetta in piazza Verdi

Lunedì 8 agosto lo spettacolo a ingresso libero a cura dell’Associazione internazionale dell’operetta Fvg
Il soprano Ilaria Zanetti e il cantante Andrea Binetti
Il soprano Ilaria Zanetti e il cantante Andrea Binetti

TRIESTELa storia, gli interpreti, i brani culto e le opere più note. Parlare di operetta a Trieste rievoca una tradizione intensa, eccellente, fatta di anime, artisti e passioni radicate da tempo, temi su cui gioca “A spasso con l’operetta”, lo spettacolo in programma lunedì 8 agosto in piazza Verdi (alle 21, ingresso libero), rappresentazione a cura dell’Associazione internazionale dell’operetta FVG, inclusa nel cartellone di Trieste Estate del Comune di Trieste.

A ideare lo spettacolo figura il baritono Nicolò Ceriani, supportato nella progettazione e sul palco dall’alfiere dell’operetta Andrea Binetti, Ilaria Zanetti e Marzia Postogna. Insomma, quattro autentici moschettieri del genere, accompagnati al pianoforte dal maestro Corrado Gulin e impegnati in viaggio in due atti che sposa storia e sentimento, riportando alla ribalta spunti popolari musicali in auge dagli anni ’30 sino ai motivi più celebri del repertorio operettistico in Italia.

Niente male la scaletta di massima prevista all’interno di “A spasso con l’operetta”, con una prima parte venata da un tributo alla canzone napoletana, omaggio che dovrebbe articolarsi con classici come “O’ surdato ’nnammurato”, “Era di maggio”, brano culto con testi di Salvatore Di Giacomo e musica di Costa, e “A Vucchella”, firmato nelle musiche da Tosti ma con un paroliere di eccezione come Gabriele D’Annunzio. Sempre nella prima parte, oltre all’altro tributo, quello a Mascagni, lo spettacolo accoglie le melodie italiane, molte delle quali firmate da Giovanni d’Anzi, come “Non dimenticar le mie parole”, “Ma le gambe” e altre ancora.

La seconda parte fa esplodere il tema principe, quello della “piccola lirica”, genere particolarmente caro a Trieste. Il viaggio qui si rafforza e si colora di canzoni tratte dalle opere più note, dal “Paese dei campanelli” a “Cin Cin Là”, “Scugnizza”, “La duchessa del Bal Tabarin” sino a “Al Cavallino bianco” e “Ballo al Savoy”, sorta di epilogo tracciato non solo dal valzer ma dall’incedere dei ritmi emergenti all’epoca di matrice americana, come il jazz. Lo spettacolo ricorda inoltre l’artista Giorgio Consolini, altro tributo della serata affidato ad alcune interpretazioni da parte del figlio, il tenore Stefano Consolini.

«Sono felice ed emozionato di tornare in scena a Trieste e al teatro Verdi, dove da sempre ho respirato il profumo di operetta» ha sottolineato Andrea Binetti. «Ho la fortuna di farlo assieme ad artisti unici, da Nicolò Ceriani, con cui amo duettare denotando la stessa sintonia, sino alle bravissime Ilaria Zanetti e Marzia Postogna, la prima - ha aggiunto - una vera bomba di energia vitale e scenica, l’altra attrice-cantante che ha dimostrato subito di trovarsi a suo agio nella “piccola lirica”. Se a questo aggiungiamo un maestro come Gulin al pianoforte - ha concluso Andrea Binetti - possiamo capire di che spettacolo andremo a presentare, per poter dire che l’operetta, anche a Trieste, è ancora viva».

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