Il bacio fra James Dean e Marlon Brando Sono le “Love Stories” di Francesco Vezzoli

Sull’account Instagram della Fondazione Prada da oggi  un progetto fra provocazione e pop dell’artista bresciano

Corrado Premuda

La prolungata chiusura dei musei e degli spazi espositivi, dovuta all'emergenza che sta vivendo tutto il mondo, ha fatto spuntare molte iniziative a distanza e virtuali per tentare di tenere viva l'attenzione del pubblico sull'arte. Senz'altro incuriosisce e promette un esito interessante il nuovo progetto che lancia la Fondazione Prada di Milano da oggi sul proprio account Instagram. Si intitola “Love Stories” e riporta sulla scena uno dei protagonisti italiani dell'arte internazionale, lo scoppiettante Francesco Vezzoli, abile da sempre a mescolare la provocazione con il pop, la tradizione con la fantasia, così da piacere a un pubblico trasversale e riuscendo a far breccia anche all'estero, secondo per popolarità solo a Maurizio Cattelan.

L'opera digitale dell'artista bresciano, sotto la cura di Eva Fabbris, vuole esplorare attraverso il linguaggio dei social network lo stato emotivo, amoroso e psicologico di una vasta comunità on line. In particolare Vezzoli sfrutta la funzione sondaggio delle stories di Instagram per sperimentare un nuovo territorio di condivisione di idee: i follower di Fondazione Prada, e in più in generale gli utenti di Instagram, vengono invitati, story dopo story, a scegliere tra due possibili opzioni, a schierarsi a favore di una delle due affermazioni proposte, ad accettare la logica binaria, forzatamente semplificatoria, dei sondaggi, a partecipare a un gioco leggero solo all'apparenza. L’indagine sarà composta da oltre cinquanta domande poste da Vezzoli e associate a immagini che creano cortocircuiti visivi e sottotesti interpretativi. Fa già discutere la locandina con il presunto bacio omoerotico tra due icone maschili del cinema, James Dean e Marlon Brando, foto che in realtà è frutto di un montaggio. I sondaggi di ogni settimana formeranno un nucleo tematico liberamente ispirato a un’aria tratta da opere liriche di compositori italiani come Bellini, Puccini e Verdi, e alla fine i risultati saranno commentati da una personalità del mondo della cultura. Una delle cifre artistiche di Vezzoli è l'ironia con la quale vengono proposti al pubblico dei meravigliosi bluff: puntate pilota per un reality ispirato a Pasolini che non verrà mai trasmesso, una soap-opera immaginaria sulla regina del fado Amalia Rodrigues, il trailer per il remake hollywoodiano del “Caligola” di Gore Vidal che non sarà mai prodotto né interpretato, la campagna elettorale televisiva di due candidati mai eletti, la prima a New York di una versione di “Così è (se vi pare)” che non sarà mai messa in scena. Molti di questi lavori sono godibili sul canale YouTube Cinema Vezzoli: Michelle Williams e Natalie Portman lottano per il possesso di un flacone del fantomatico profumo “Greed” in uno spot diretto da Roman Polanski, Lady Gaga è protagonista di un documentario, Iva Zanicchi canta mentre Vezzoli ricama (il lavoro a piccolo punto è una delle ossessioni dell'artista), Valentina Cortese declama a casa sua il testo di “Help!” dei Beatles in versione drammatica. In quest'ultimo video compare, all'inizio, il celebre quadro dipinto da Leonor Fini “L'amitié” in cui un elegante scheletro culla una leggiadra fanciulla calva, un'opera che era di proprietà della grande attrice. A Leonor Fini e ad altre artiste del Novecento Vezzoli aveva fatto omaggio qualche anno fa alla galleria Gagosian di Roma in una mostra: una carrellata comprendente anche Tamara de Lempicka, Frida Kahlo e Tina Modotti compariva come testimonial del profumo “Greed” in una serie di ritratti ricamati dall'artista bresciano in formato manifesto, ciascuna in posa con il flacone vicino. Tre anni fa, alla Fondazione Prada, si era potuta vedere “Tv 70: Francesco Vezzoli guarda la Rai”, una complessa installazione sui cambiamenti sociali in Italia attraverso le icone della televisione. Originale, snob e simpatico, Francesco Vezzoli adesso gioca con Instagram e con la mania di protagonismo del pubblico. —

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