Il Buscetta visto da Bellocchio «Non si sentiva un traditore»

Già in sala il film sul Boss dei due mondi, protagonista Pierfrancesco Favino Il regista: «La sfida è rendere un personaggio duplice, forse triplice»
epa07594809 Italian actor Pierfrancesco Favino arrives for the screening of 'Il traditore' (The Traitor) during the 72nd annual Cannes Film Festival, in Cannes, France, 23 May 2019. The movie is presented in the Official Competition of the festival which runs from 14 to 25 May. EPA/JULIEN WARNAND
epa07594809 Italian actor Pierfrancesco Favino arrives for the screening of 'Il traditore' (The Traitor) during the 72nd annual Cannes Film Festival, in Cannes, France, 23 May 2019. The movie is presented in the Official Competition of the festival which runs from 14 to 25 May. EPA/JULIEN WARNAND



A Cannes l’Italia se la gioca con Marco Bellocchio. In concorso “Il traditore” (da ieri in sala), un film di tradimenti e vendette che ruota attorno alla figura di Tommaso Buscetta, conosciuto come “Il Boss dei due mondi”, il primo a collaborare con la giustizia cambiando i rapporti tra Stato e Mafia. «Un uomo che non è un eroe - racconta Bellocchio a poche ore dalla prima mondiale del film - ma è coraggioso. Mette a rischio la sua vita, ma non vuole essere ucciso senza un motivo e quindi la difende, come difende la famiglia, i figli e anche una sua “tradizione”. È un conservatore, non uno che vuole cambiare il mondo. Difende il suo passato. Non leggeva, era ignorante e non si vergognava di esserlo. Amava la moglie, ma la tradiva. Un personaggio molto italiano, con un grande carisma e teatralità».

«Tutto è iniziato - prosegue Bellocchio - quando il produttore Beppe Caschetto mi ha proposto di fare un film su Buscetta. Io non ne sapevo molto, giusto le cose lette sui giornali. Ho cominciato a documentarmi, a leggere libri, a incontrare le persone che lo avevano conosciuto e ho deciso di accettare. Mi sono convinto studiando il personaggio, soprattutto perché rispetto alla mia persona e alla mia vita mi appariva del tutto estraneo. Mi sono progressivamente impadronito della storia».

«“Il traditore” - aggiunge - racconta di un uomo che tradisce “Cosa Nostra” convinto che non sia lui a tradirla, ma i Corleonesi, i suoi rivali. Non si sentiva né uno spione, né un infame, tanto meno un traditore, perché lui, Buscetta, è rimasto fedele a una società mafiosa dai nobili principi che si batteva in difesa dei poveri e dei deboli. La sfida del film è proprio questa: rendere un personaggio duplice, forse triplice, senza altarini né condanne. “Il traditore” è un film aperto. Mi sono preoccupato di realizzare un film non convenzionale, ma al tempo stesso popolare”.

Il racconto di Bellocchio, coproduzione internazionale tra Italia, Francia, Germania, Brasile (nella filiera anche la triestina Manuela Mandler) comincia nei primi anni Ottanta con l’arresto di Buscetta in Brasile e l’estradizione in Italia per ripercorrere le tappe del Maxiprocesso, dall’incontro con Falcone alla strage di Capaci, fino alla decisione del boss di fare alcuni nomi illustri della politica, la fuga a Miami, la morte per malattia. In Costa Azzurra, assieme al maestro, c’è anche Pierfrancesco Favino, che veste i panni di Buscetta sullo schermo: «Buscetta era uno stratega della comunicazione - afferma - tutto ciò che sappiamo è ciò che lui ha deciso che dovessimo sapere. Era attento a costruire un mito e una memoria di sé, si è sottoposto a diversi interventi di chirurgia facciale fin dagli anni ’70, prima di essere ricercato. Non posso credere a tutto ciò che ha voluto farci credere, non credo per esempio all’amicizia con Falcone. Penso anzi che Falcone sia stato l’unico in grado di metterlo in difficoltà. Però credo al fatto che il loro incontro sia stato determinante e lo abbia in qualche modo cambiato». Per prepararsi alla parte l’attore ha lavorato al suo corpo prendendo quasi dieci chili di peso: «Volevo restituire una fisicità rurale, l’aria un po’ tozza, ma anche cambiare il modo di respirare. Perché quando cambia il respiro cambia anche il modo di guardare gli altri e come gli altri guardano te. Un fatto per niente secondario per un uomo con la sua vanità». —



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