Il cantante triestino Bill Lee Curtis “cresce” e diventa un collettivo

Nasce una band composta da cinque musicisti attorno alla figura dell’artista Dal rock al folk, hanno pubblicato due videoclip e sono al lavoro sul nuovo ep

Elisa Russo

Diventa sempre più collettivo il progetto del cantante e chitarrista triestino classe ’89 Bill Lee Curtis, che ora si chiama ufficialmente Bill Lee Band. «All’inizio si è ricercata la scintilla grazie anche alla partecipazione di molti musicisti locali (Francesco Cainero, Moreno Buttinar, Mike Sponza, Emanuele Grafitti, Mathias Butul e altri) – spiega il songwriter – poi c’è stata sempre più la necessità di consolidarne il messaggio e fortificarne il significato, e ora i cinque musicisti che hanno deciso di unirsi vogliono portare lo spirito, condividere la bellezza e sincerità della musica che può davvero risollevare lo spirito nonché far dimenticare il tempo e guarire le ferite».

Alla voce e chitarra di Bill Lee si aggiunge allora una voce femminile, quella di Mery Bertòs, insegnante di canto e cantante professionista. Preciso, puntuale e determinato Kevin Reginald Cooke, un artista di Maruszczyk Instruments e Jim Dunlop Guitar Products al basso è parte fondamentale nell’organizzazione, Christian Leale alle percussioni riesce a tenere le redini del tempo, facendo sì che tutti possano concentrarsi su un’esecuzione stabile, raffinata e curata nei dettagli, Paolo Galimberti «abbraccia così gli altri musicisti con la sua chitarra acustica e culla le canzoni grazie alla sua sensibilità e amore per lo strumento».

Rock, folk… come vi definireste?

«Essendo la Bill Lee Band un mix di culture musicali, lasciamo spazio all’ascoltatore di descriverne il sound e la provenienza. È difficile potersi soffermare su un genere in particolare, in quanto la ricerca e provenienza delle note è svariata e molto dinamica».

In questi giorni avete pubblicato dei nuovi video.

«Registrati live studio senza editing, danno all’ascoltatore un gusto autentico di questo nuovo sound. “Find your Universe” per esempio, è totalmente differente dalla prima versione pubblicata nel 2018. Ogni membro della band ha aiutato a scavare ulteriormente il sentimento della canzone e metterlo sotto i riflettori. “Shadows into lightning” è il primo esempio della collaborazione dei cinque elementi che insieme hanno dato vita a un nuovo brano».

I testi?

«Sono descrizioni ed esperienze di vita dove la natura, l’amore e la scoperta di se stessi sono il filo conduttore. Il rapporto con la propria mente, le proprie emozioni e paure fa sì che le parole cantate siano una possibile chiave di liberazione, crescita e presa di coscienza dell’ascoltatore».

Avete in programma un secondo disco?

«Stiamo pianificando di registrare un ep. Sarà fatto con un mix delle nuove canzoni e uno o due dei vecchi brani con il sound aggiornato. Siamo anche aperti a trovare il giusto produttore che possa capire la nostra musica e aiutarci a connetterci con una più ampia fetta di pubblico senza sacrificare la nostra essenza».

Come state passando questo periodo?

«Stiamo provando a essere d’esempio. La vita deve andare avanti, non ha importanza quali siano le difficoltà che affrontiamo perché dobbiamo vedere il lato positivo della situazione. Per noi significa usare il tempo che si ha lontano dai concerti, dalle prove per condividere nuove idee, collaborare per portarle avanti via Skype /WhatsApp e definire la strategia per il futuro. Inoltre vogliamo restare connessi con il nostro pubblico, vogliamo sapere come sta. Speriamo di ritrovarci presto in un grande concerto, insieme a tante persone che non danno per scontato cosa vuol dire essere vivi, in salute e liberi e che hanno capito che la vita va vissuta oltre i problemi». —



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