Il cordoglio di Trieste e il saluto dei suoi tanti amici e colleghi
La scomparsa dello scrittore Juan Octavio Prenz ha destato vivo cordoglio in città, dove il 17 ottobre scorso, al Revoltella, amici e colleghi dell’Università di Trieste, dove Prenz aveva insegnato Lingua e letteratura spagnola lo hanno festeggiato in un incontro pubblico a più voci ,che ha visto larga partecipazione, cui hanno preso parte Elvio Guagnini, Sergia Adamo, Miran Kosuta, Gianni Ferracuti, Paolo Quazzolo, le figlie Cecilia e Betina Lilian, e con la proiezione di filmati di Riccardo Cepach e di Massimiliano Cocozza. L’incontro era organizzato dal Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università in collaborazione con la casa editrice La nave di Teseo di Elisabetta Sgarbi. Pubblichiamo di seguito un breve ricordo di Juan Octavio Prenz di Claudio Magris ed Elisabetta Sgarbi.
CLAUDIO MAGRIS
È stato un grande amico e un grande scrittore. Ha vissuto una vita nell’ombra, schivo anche da se stesso, accogliendo il successo e anche l’insuccesso con lo stesso sereno distacco. È stato un grande uomo che ha scritto grandi libri, penso al “Il signor Kreck” o “‘Solo gli alberi hanno radici”. Ma al di là dei suoi meriti letterari è stato un uomo totalmente autonomo e, caso rarissimo fra gli scrittori, privo di qualsiasi invidia. Un uomo totalmente libero, che ha sempre scritto e lavorato senza pensare al successo o all’insuccesso. Ci lascia pagine straordinarie, e il ricordo di un amico che ha saputo vivere bene senza mai rinunciare al suo elegante humor. Saluto un caro amico e un uomo come ce ne sono pochi.
Elisabetta Sgarbi
Devo ringraziare Claudio Magris per avermi fatto incontrare Octavio Prenz, uomo raffinato, colto, e scrittore di valore assoluto. Un uomo galante e elegante, che non ha mai smesso di credere nel potere della letteratura e della poesia. Nel poco tempo che abbiamo lavorato insieme, abbiamo condiviso il suo capolavoro letterario, “Il signor Kreck”, le sue poesie della raccolta “Figure di Prua”, tanto amate da mio padre, e il suo ultimo lavoro “Solo gli alberi hanno radici”. Ecco, questo è il messaggio che ci lascia questo scrittore apolide capace di innamorarsi di Trieste e dell’Italia, della Mitteleuropa e dell’Argentina: non innamorarsi troppo delle proprie radici, guardarle con attenzione ma anche con ironia e, come le figure di prua delle vecchie navi, gettarsi in mare aperto, verso ciò che non si conosce ma si desidera abbracciare.
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