Il Craf acquisisce 13 mila pezzi del fondo fotografico Borghesan

spilimbergo

Un patrimonio unico del neorealismo friulano. Il Centro di ricerca e archiviazione della fotografia di Spilimbergo (Craf) acquisisce lo storico fondo fotografico della famiglia Borghesan. L'attività iniziata da Angelo negli anni Trenta del 900 con un piccolo laboratorio è poi proseguita con Gianni e Giuliano, riconosciuti protagonisti del Gruppo friulano per una nuova fotografia.

Il materiale sarà custodito nel deposito climatizzato: si tratta di 13mila esemplari tra negativi, positivi e diapositive databili fra il 1935 e il 2019. «Per noi si realizza un sogno - afferma il presidente del Craf Enrico Sarcinelli -. Il Centro ha colto l'opportunità di conservare materiale davvero prezioso che peraltro rappresenta la città di Spilimbergo, patria e culla della fotografia». Gianni Cesare e Barbara, i figli di Giuliano mancato nel 2019 , hanno manifestato il desiderio di non disperdere il patrimonio di famiglia in altri istituti italiani ma lasciarlo al Craf. «Gianni e Giuliano sono stati protagonisti del neorealismo friulano nella fotografia, riconosciuti in questo ruolo culturale anche da Martin Scorsese - sottolinea il direttore Alvise Rampini- non possiamo dimenticare il loro supporto e la disponibilità dimostrati al nostro Centro durante gli esordi della rassegna Friuli Venezia Giulia Fotografia, in cui peraltro sono stati premiati rispettivamente nel 1990 e nel 1998».

Giuliano Borghesan è stato anche presidente onorario del Craf per alcuni anni. Nel 1955, insieme al fratello Giuliano (classe 1934), Aldo Beltrame, Carlo Bevilacqua, Toni Del Tin, Fulvio Roiter e Italo Zannier, diede vita, a Spilimbergo al “Gruppo friulano per una nuova fotografia”. Alcune fotografie di Giuliano si sono trasformate in icone del neorealismo italiano (“L’accordo-truffa”, “Pioggia a Spilimbergo”, “Ada”, “Madre e figlio”) e sono state esposte a San Pietroburgo, Madrid, Parigi, New York. —

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