Il design della Ferrari è arte in movimento firmata da un architetto

di FRANCESCA PESSOTTO
La concezione della realtà viene filtrata sempre più spesso dal piacere che le immagini producono. Il bello sta assumendo il posto dell'utile, criterio del quale prima si componeva la vita dell'uomo. Questo cambio di percorso investe da protagonista l'architettura che, fondendosi nel design, muta il panorama urbano e ambientale, reale o percepito. Di una visione allargata e aperta sul mondo del bello, dell'utile e di un'architettura di design applicata all'etica e all'artigianato, parleranno il maestro ticinese Mario Botta e l’architetto Flavio Manzoni, designer della Ferrari, nell'incontro “Testimonianze di architettura e design” sabato 17 settembre a Pordenonelegge, un percorso tra Arte e Architettura nella scena contemporanea con due nomi chiave dell’architettura e del design degli ultimi decenni.
Due strade diverse ma con assonanze e contaminazioni che accomunano il mondo dell’auto a quello dell’architettura. Design, ricerca, progettazione, sperimentazione, con in primo piano la centralità del gesto e della creazione artigianale, e un nuovo obiettivo sempre più pressante: il senso etico del fare, il rapporto con l'ambiente e l'equilibrio. Flavio Manzoni, senior vice president del Design Ferrari dal gennaio 2010, è un architetto “prestato” al mondo dell'auto, che dopo un imprinting funzionale si è aperto alla progettazione a 360 gradi, inserito nella Hall of Fame della progettazione dell'automobile, premiato con il prestigioso Compasso d'oro Adi, il più antico riconoscimento nell'ambito del design industriale, nel 2014 per il progetto F12berlinetta e di recente per la Ferrari FXXK. È lui a sottolineare come oggi «un approccio etico debba far parte sempre più di ciò che è il modus operandi di un designer e di un architetto. Anche se la produzione di massa mal si accorda con sostenibilità e produzione semi artigianale, l'impatto ambientale ed estetico paesaggistico deve cambiare rispetto al passato».
Quale dev'essere il concetto che muove la mano del designer? «La ricerca della bellezza, dell'armonia e dell'eccellenza - dice Manzoni - sono sempre alla base del suo lavoro. L'attenzione al pregio estetico della creazione deve contenere però un approccio etico e un impatto armonico, inserendo nell'ambiente nuovi elementi in maniera ordinata e geometrica, come l'architettura organica di Frank Lloyd Wright insegna. Il rispetto dell'ambiente nasce dalla cultura, dal buon gusto e dall'umiltà di capire che creare qualcosa (che si un edificio o un'auto) è sempre un impegno che porta delle conseguenze e deve quindi essere fatto con coscienza e sensibilità globale».
L'architettura può quindi essere presa a paradigma dell'utile che diventa arte, bello, esibizione dello spazio umano. Lo stesso avviene nel mondo dell'auto, dove spesso si nota prima la bellezza della funzionalità o dell'efficacia. «Nel progettare una nuova auto - prosegue Manzoni - si parla continuamente della sua architettura. Il ragionamento prende le mosse dalla configurazione delle sue parti: la meccanica e l'abitabilità sono essenziali ma l'architettura è alla base del suo equilibrio funzi. onale, del bilanciamento ottimale dei volumi. Se si ignora questa componente estetica, ci si trova costretti a correggere gli errori iniziali. Un'automobile è un oggetto molto complesso, ma anche arte in movimento. Il grosso del nostro lavoro è trasformare la complessità in semplicità comprensibile, che dia un piacere estetico fruibile, creare il connubio tra il quoziente sintattico, il contenitore, e quello semantico, il contenuto».
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