Il Miela fa la festa a Erik Satie fra giochi di carte e torte virtuali

I satiemaniaci sono una razza strana. Nonostante il loro beniamino sia morto quasi cent'anni fa, continuano a celebrare il giorno del suo compleanno. Erik Satie, compositore e pianista francese, era nato il 17 maggio 1866. Da allora, ogni rintocco di quella data è festa grande.
Soprattutto a Trieste, più esattamente al teatro Miela, che dai tempi dei tempi festeggia il più geniale e più bizzarro musicista a cavallo del '900, icona d'arte e di stravaganze. Iniziative e eventi ebbero avvio trent'anni, propiziati da due satiamaniaci della prima ora - Rosella Pisciotta e Cesare Piccotti - che nei decenni inventarono maratone pianistiche, concerti d'arredamento, prelibatezze gimnopediche, sfilate patafisiche, di cui la città serba ancora una giocosa memoria. Ora la palla del gioco è passata di mano, ma l'entusiasmo non è venuto a mancare al Teatro Miela e alla curatrice Eleonora Cedaro, che anche quest'anno organizzano le celebrazioni. Il programma festivo prende il via venerdì 14, incrociando il nome di Satie, con quello di un'altra geniale e bizzarra figura dell'arte del '900 - Miela Reina - cui del resto è dedicata la sala. Scomparve a soli 36 anni, nel 1972 la pittrice, disegnatrice, scenografa, dal segno lungimirante di cui vengono ora ripresi i fili volanti, nuova tappa progetto di Storie nell'arte a cura di Laura Forcessini. Nella teatralizzazione dell'arte di Reina - scene, costumi, scritte, storyboard - Gillo Dorfles intuiva già allora un talento precorritore, che troppo presto si interruppe.
A raccontare Miela sul palco del Miela, ma anche con immagini proiettate sui muri, voci e testimonianze fatte risuonare ovunque, saranno letture, racconti, video e tante altre belle cose. Come “Domestica Avanguardia”, evento performativo (ore 19) a cui hanno messo mano Sara Alzetta, Alessandro Marinuzzi, Corrado Premuda e Francesco Facca.
Miela l'artista si riprenderà lo spazio anche domenica 16 quando il mazzo di carte inventato da lei e dal musicologo Carlo de Incontrera sarà protagonista di un gioco che avrebbe deliziato Satie di sicuro. Un seminario condotto dallo stesso de Incontrera assieme al violoncellista Francesco Dillon (dalle 15.00, con Veniero Rizzardi, Anna D'Errico, Riccardo Marinelli, sul tema della musica aleatoria e del gioco performativo) condurrà piano piano a un ludico "Jeu de vivre" per violoncello solo (ore 19). A notte inoltrata spazio a "La pazienza del violoncello".
«La proposta ci pare adatta a raccontare la musica in questo momento storico», spiega Eleonora Cedaro, ricordando che "pazienza", la dote di cui abbiamo più bisogno oggi, è anche sinonimo di solitario con le carte. «Il palco ospiterà un particolare leggio: un tavolo da gioco che sul tappeto verde accoglierà le carte del solitario musicale di Reina/de Incontrera. Una camera fissa proietterà il gioco sullo schermo a fondo palco, ma le poetiche smazzate potranno essere condivise dai satiemaniaci di tutto il mondo, che seguiranno lo sviluppo della partita tra violoncello e giocatore in diretta video sul sito Miela e su Facebook». E commenteranno così ogni singola fase, anche laddove sarà già mattino, come in Giappone.
Perché sabato 15, intanto, il concerto affidato dagli studenti del Conservatorio Tartini (alle 15) avrà preso spunto dalle opere di Erik Satie, per aprire l'ascolto alle poetiche del silenzio e dell’attesa che caratterizzano le culture orientali. In particolare al linguaggio compositivo di Toshio Hosokawa, autore di cui verrà eseguita l’integrale opera pianistica. Le esecuzioni saranno alternate alla lettura di brevi haiku interpretati da Martina Spessot e Mathia Neglia, studenti del corso di Arte Scenica del Conservatorio.
Infine, prossimi alla fatidica ricorrenza, le ore 00.01 di domenica 17, apparirà sul palco la torta. Ma attenzione: spedita dal direttore di Maison Satie di Honfleur, la città natale di Erik, sarà un dessert da compleanno digitale. Si potranno soffiare le 155 candeline soltanto in streaming. —
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