Il “Milite ignoto” che parla in tanti dialetti

Stasera al Rossetti lo spettacolo con Mario Perrotta sulla prima guerra mondiale

TRIESTE. La ricorrenza del centenario della Prima guerra mondiale ha indotto in questi anni a un’articolata riflessione sul conflitto, e molti artisti se ne sono fatti portavoce. Con “Milite ignoto”, pluripremiato spettacolo conclusivo della stagione “altripercorsi” dello Stabile regionale – in scena soltanto oggi, alle 20.30, al Politeama Rossetti – si arricchisce quest’analisi, con un racconto sulla Prima guerra mondiale, che con grande talento Mario Perrotta svolge in una chiave ancora diversa, significante, originale.

Due sono i cardini attorno ai quali l’autore e interprete articola la sua drammaturgia: da un lato osserva che la Prima guerra mondiale è stata l’ultima in cui il soldato abbia posseduto un valore umano, una personalità, la possibilità di una scelta solitaria: successivamente il nemico non ha più una fisionomia, non ha occhi, non ci sono “corpo a corpo” ma solo armi devastanti che da lontano distruggono e uccidono. «Per “ignoto” – sottolinea Perrotta – ho voluto intendere “dimenticato”: dimenticato in quanto essere umano che ha, appunto, un nome e un cognome. E una faccia, e una voce».

L’altro focus del pensiero di Perrotta è invece nell’osservare come quel conflitto fosse stato in realtà il primo vero momento di unità nazionale. «È nelle trincee di sangue e fango che gli “italiani” si sono conosciuti e ritrovati vicini per la prima volta – spiega – veneti e sardi, piemontesi e siciliani, pugliesi e lombardi accomunati dalla paura e dallo spaesamento per quell’evento più grande di loro. Spaesamento acuito dalla babele di dialetti che risuonavano in quelle trincee. Per questo ho immaginato tutti i dialetti italiani uniti e mescolati in una lingua d’invenzione, una lingua che si facesse carne viva».

Lo spettacolo è dunque connotato ed espresso da una lingua nuova, una sinfonia di dialetti e termini sconosciuta e assieme familiare, capace di esprimere le note dolci e amare della nostalgia e le fratture violente e crude della disperazione e dell’orrore. Una lingua giusta per addentrarsi nelle piccole storie, nelle segrete speranze e paure di ognuno dei soldati in trincea, soldati che paradossalmente non conoscevano l’Italia oltre i confini della loro città, della loro regione: eppure le si sacrificarono, in un conflitto che cambiò per sempre il mondo

“Milite Ignoto-quindicidiciotto” è tratto da “Avanti sempre” di Nicola Maranesi e da “La Grande Guerra, i diari raccontano” un progetto a cura di Pier Vittorio Buffa e Nicola Maranesi per Gruppo editoriale L'Espresso e Archivio Diaristico Nazionale. I biglietti sono ancora disponibili in tutti i punti vendita del Teatro Stabile e anche attraverso il sito www.ilrossetti.it.



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