Il piccolo esodo dei muggesani e i profughi delle Noghere

Oggi alla sala Millo la presentazione del libro di Francesco Fait edito dal Circolo Istria

TRIESTE Il più piccolo degli esodi che hanno interessato l’Europa nel secolo breve, quello dei muggesani, e il campo profughi delle Noghere. Queste le due vicende strettamente legate tra loro inserite nel libro di Francesco Fait “Il piccolo esodo dei muggesani e il campo profughi delle Noghere”, volume che verrà presentato oggi, alle 18, alla sala Millo in piazza della Repubblica, a Muggia.

Edita dal Circolo Istria, l’opera racconta nella sua prima parte il trambusto occorso nell’ottobre del 1954, quando militari americani, inglesi e jugoslavi, genieri e tecnici, iniziarono a consultare mappe, prendere misure e piantare sul terreno paletti di colore giallo per tracciare il nuovo confine destinato a separare il Comune di Muggia dalle sue frazioni dei monti per assegnarle definitivamente alla Jugoslavia. Un confine che divise terreni e poderi e talvolta persino case.

Nella seconda parte del lavoro di Fait viene invece raccontata la storia del campo profughi delle Noghere, caso unico rispetto alle decine di strutture simili (campi profughi appositamente allestiti, o caserme o alberghi temporaneamente sequestrati) che la Repubblica italiana predispose per offrire una prima risposta agli esuli nella provincia di Trieste. «Un campo che era diviso a metà da un altro confine, immaginario ma affatto privo di implicazioni, che separava la metà dei muggesani venuti via dai monti, prevalentemente operai atei e comunisti, dalla metà degli istriani, nella stragrande maggioranza dei casi credenti e democristiani», racconta Livio Dorigo, presidente del Circolo Istria. Il volume infine è corredate da diverse fotografie che raccontano di “piccole folle di gente con il fiato sospeso per conoscere il destino proprio e dei propri averi e delle loro reazioni di fronte alla sorte sfavorevole”. —

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