Il sogno di Gulbiani: raccontare le donne di uomini jihadisti

Parla georgiano ma è nato a Trieste, il film che stasera chiuderà il concorso documentari del Trieste Film Festival. “Before father gets back”, “Prima che papà torni”, scritto e diretto da Mari Gulbiani, stasera alle 22 all'Ambasciatori, rappresenta il felice, tangibile epilogo di una delle realtà più virtuose nate a Trieste ma che pochi, al di fuori degli addetti ai lavori, conoscono. Il documentario, “Born in Trieste" come la rassegna che lo ospita sottolinea, è uno dei tanti risultati del grande progetto portato avanti da nove anni dal Fondo Regionale per l’Audiovisivo con il Trieste Film Festival e realizzato attraverso When East meets West, la tre giorni iniziata proprio ieri al Savoia Excelsior che sta riunendo ben 500 professionisti. «Certo che c'è la tecnologia e il digitale, ma l'industria del cinema si basa ancora sui rapporti umani – spiega Alessandro Gropplero, direttore di Wemw -. Noi facciamo in modo di aiutare chi ha un progetto filmico a trovare un possibile aiuto finanziario o una distribuzione anche in altri Paesi, e lo facciamo mettendoli l'uno di fronte all'altro. Ogni anno sono di più: stavolta siamo riusciti a portarne qui 500. Sono sia produttori che programmatori dei festival più importanti, da Cannes a Berlino a Venezia, che vengono a cercare il film del futuro».
Facciamo un passo indietro. Mentre insegnava cinema alle scuole di Pankisi, Georgia nordorientale, la regista Mari Gulbiani capì, come ha spiegato, che «voleva raccontare una storia importante mai trattata al cinema: la vita di figlie, mogli, madri di uomini diventati jihadisti e fuggiti dai loro villaggi». «Mari venne a Trieste tre anni fa – spiega Gropplero - con il progetto ancora tutto da fare: qui ha trovato i primi contatti di possibili finanziatori e di chi sarebbe stato intenzionato a dare una distribuzione internazionale al film. Syndicado Film, nel caso specifico. È ritornata l'anno scorso con il film finito e oggi è in concorso al festival».
«Quando si pensa al cinema spesso vengono in mente solo le riprese: ma prima di arrivarci c'è la fase di sviluppo, percorso lunghissimo e complesso che richiede anni». Un sistema vincente che permetterà a una giovane cineasta di gareggiare fianco a fianco con uno dei grandi autori del cinema centrorientale come Želimir Žilnik, ex Orso d'oro a Berlino e in competizione a Trieste con il suo nuovo “Il più bel paese del mondo”, film gremito di pubblico nella proiezione di sabato. —
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