Il thriller di Tullio Avoledo: «Nei miei romanzi leggo il presente e vedo il futuro»
L’autore pordenonese esce per Marsilio con il nuovo “Non è mai notte quando muori”. Si presenta il 16 settembre

TRIESTE. Avventura allo stato puro, incalzante, veloce, sorprendente, personaggi delineati con tratti essenziali e definitivi che si combattono e si attraggono in un mondo senza confini con una verità come faro: il male va sempre combattuto, a qualunque costo.
Torna nelle librerie il friulano Tullio Avoledo con “Non è mai notte quando muori”, Marsilio (pagg. 496, euro 20). Anteprima del romanzo a Pordenonelegge venerdì alle 17 in Spazio San Giorgio, e sabato alle 18.30 a Cordenons.
Torna dunque con protagonista Sergio Stokar, ex poliziotto violento, scomodo, animo rabbioso e cervello intelligente, capace di vivere momenti di passione assoluta, già incontrato nel precedente “Nero come la notte”, vincitore del premio Scerbanenco. In questo nuovo capitolo, viaggio costellato di minacce e colpi di scena in paesaggi e scenari che vorticano come risucchiati da un tornado, Stokar si rivela cambiato, nell’animo e nel fisico, dopo la pandemia e dopo gli anni trascorsi, fuori dai giri, in un’isola che da prigione è diventata rifugio. Ha avuto il tempo di riflettere, di leggere i classici greci, latini e la Bibbia, di imparare il cinese e l’arabo. Anche di rimettersi in forma per affrontare le imprese pericolose e i nemici temibili in un conteso mondiale, dai Caraibi a Mosca e Pechino, fino all’Africa nera, dove arriverà per trovare e portare in salvo il figlio di un oligarca russo. «La scrittura di questo romanzo – spiega Avoledo – è iniziata ben prima dell’invasione dell’Ucraina, ma contiene i temi dei nazionalismi e della guerra. Ci sono gli oligarchi e la perdita di memoria e democrazia. È forse una narrazione nella quale l’avventura è più protagonista rispetto ai temi sociali e etici di lavori precedenti. Sento però di avere dato voce alla mia valutazione di come vanno le cose nel mondo: l’economia comanda seguendo una logica predatoria a spese dei territori e delle nazioni». Anche in questo lavoro lo scrittore pordenonese si riconferma capace di essere a suo agio con generi diversi, dal noir a una narrazione ambientata sì nel presente ma con sorprendenti innesti di un futuro prossimo. Quasi una preveggenza, una visionarietà destinata a concretizzarsi. «In effetti - dice - a volte mi è accaduto di aver anticipato fatti o personaggi in apparenza improbabili che poi sono diventati cronaca. Un esempio: in “Come navi nella notte” indaga con la polizia italiana un commissario mandato dalla Cina. Di questi giorni la notizia che a Prato è stata aperta una sezione di tutori dell’ordine in sede oltremare di Fuzhou. In passato ho ipotizzato il ritorno al potere delle destre, vedremo come andrà il 25 settembre». Il mondo interconnesso nelle pagine di Avoledo si spinge ben oltre il conosciuto: « Le paure e le ossessioni rendono la visione del futuro incerta ma io credo che non è lontano il momento in cui si potrà capire verso quale mondo ci avviamo. Dovremo rinunciare al modo di vivere di oggi, il pianeta non può più sopportarlo. Il fatto che non ci siano più distanze ci rende sottoposti a un controllo totale e panottico, tutto visibile ma solo sulla superficie». Con Stokar interagiscono personaggi dai tratti distintivi marcati, l’affascinante colonnello e femme fatal Mei Wei, l’elegante avvocato oxfordiano Allenby, il determinato oligarga russo Oleg Suvarin.
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