Immanuel Casto, fra provocazioni e “porn groove”

Se è vero che “l'abito non fa il monaco” e “l'apparenza inganna” ma anche che “non è tutto oro quello che luccica” e che “non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace”, che pensare di Immanuel Casto? Di sicuro piace, e molto, soprattutto alla comunità Lgbt italiana, pazza per lui, per la quale il “basta che se ne parli” si sostituisce a “ciò che Immanuel dice è...arte”. Al di là del buon senso comune, dei detti popolari e delle banalità, per il giovane showman cantante atteso a Pordenone in concerto al Deposito il 12 dicembre, c'è la sana curiosità che si riserva ad un personaggio di sicuro eccentrico, che ha fatto dell'arte della provocazione la sua cifra stilistica e che a quanto pare si può permettere qualunque gergo e termine senza essere frainteso o additato.
Anche quel “busone” in rima con “Pordenone” («Oggi a Pordenone nasce un piccolo busone») che compare nel singolo “Da grande sarai fr**io” estratto dall'ultimo “The pink album” (Freak&Chic /Artist First). L'importante è non fermarsi alle apparenze, ma andare a fondo di quel che si definisce “la persona al di là del personaggio”: «Mi capita spesso di confrontarmi con chi, vivendo in una realtà socialmente felice e protetta come Bologna, non si rende conto della difficoltà che si incontra in Italia nell'essere accettati per ciò che si è. Da qui l'idea di scrivere questa canzone e ambientarla in provincia. Non una provincia del sud ma dell'evoluto nord, del nord-est in particolare, e Pordenone giocava bene con la rima e come cornice della mia piccola storia, anche se in realtà non la conosco».
Nato quasi come un prodotto di marketing virale, irrorato di teatro, spettacolo, grande determinazione e consapevolezza di sé, Immanuel Casto da cantante pop è diventato l'iniziatore del genere porn groove, un artista off che lavora in ambito musicale e ludico coniugando satira sociale e di costume a contenuti impegnati ed intimistici, goliardia ed emozioni, con all'attivo 3 album, un'etichetta musicale ed una società di giochi di cui è game designer. Pur difendendo i pari diritti di tutti nella società, sottolinea che ciò che rappresenta è se stesso, con la libertà di farlo che si è conquistato, dando voce a chi la pensa come lui.
A sostenerlo, anche l'ex presidente dell'Arcigay-Arcilesbica “Nuovi passi” Udine-Pordenone Giacomo Deperu e il nuovo presidente, eletto settembre scorso, Nacho Quintana Vergara: «Ciò che dice Immanuel Casto non è condannabile o giudicabile. È un artista che ha fatto della provocazione la sua cifra stilistica e rappresenta se stesso; va preso per la sua forma di espressione che contiene molto spessore. Il termine “busone” se usato da lui non è certo offensivo o omofobico; bisogna sempre ricordare che la sua posizione artistica si basa sul politicamente scorretto, la provocazione è la sua forma d'arte».
«Come diceva Oscar Wilde - conclude - non esistono libri morali o amorali, ma scritti bene o male. Così dobbiamo guardare all'arte, valutandone lo spessore artistico, non giudicandola».
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