James Salter, pilota dell’amore

Guanda pubblica “L’ultima notte”, i racconti dell’autore scomparso l’anno scorso
Lo scrittore James Salter
Lo scrittore James Salter

 

Scene da un matrimonio. «Philip sposò Adele un giorno di giugno. Il cielo era coperto e soffiava il vento. Più tardi spuntò il sole». Philip e Adele sono tutti e due al secondo matrimonio, «lei era ancora abbastanza giovane per essere bella, l’ultima fiammata della bellezza», lui era un uomo pacato e competente che «aveva studiato a Princeton e servito nella marina». Poi una sera, durante una cena con amici, si parla delle vite precedenti, e lei racconta di lui: «Ha abbandonato moglie e figli, li ha mollati e se n’è andato. Erano sposati da quindici anni, da quando lui ne aveva diciannove». Verso la fine della cena Philip riflette: «Credi di conoscere una persona, lo credi perché cenate insieme o giocate a carte, ma in realtà non è vero». E dopo cena, mentre in giardino Adele e Philip guardano le stelle, a un certo punto lei decide di tornare a casa: «è tardi, andiamo via di qua». Ma lui «non si mosse, rimase dov’era, a guardare il cielo e poi Adele che diventava più piccola, sempre più piccola, mentre attraversava il prato...».

E questo succede nel primo racconto. Nell’ultimo, Marit, che ha un tumore in fase terminale, chiede a Walter, suo marito, di aiutarla a morire con un’iniezione. Prima però andranno a cena, e con loro dovrà esserci anche Susanna, una ragazza «amica di famiglia», più giovane di loro, non troppo intima e nemmeno troppo estranea. Quando tutti e tre tornano a casa, in un’atmosfera surreale Walter prende la siringa dal frigorifero e fa quello che Marit gli ha chiesto di fare. Poi la lascia lì nel letto, e raggiunge Susanna nel soggiorno. Susanna, la sua giovane amante...

Scene da un matrimonio. James Salter, morto l’anno scorso a 90 anni durante un allenamento in palestra, è uno di quei narratori capaci di sezionare i sentimenti con la precisione e la spietatezza di un chirurgo, attraverso una prosa asciutta, affilata e tagliente. Poco considerato in vita dalla critica americana, Salter è stato, ed è, molto amato invece dagli scrittori, i quali riconoscono in lui il talento alchemico di saper tradurre i misteri della vita in parole attraverso architetture apparentemente semplici, ma in realtà potenti e in grado di provocare capogiri come un ponte di vetro sull’abisso. Non a caso Salter annovera fra i suoi grandi ammiratori penne come quella di Richard Ford, John Irving, Joyce Carol Oates, e tra i suoi più grandi amici c’erano autori del calibro di E.L. Doctorow. Lontano dallo stereotipo dello scrittore-letterato, Salter è uno che la vita l’ha presa a morsi, aggrappandosi alla scrittura come un naufrago alla zattera.

Il suo vero nome era James Horowitz, a 19 anni era entrato all’accademia di West Point con l’idea di andare a fare l’eroe dei cieli, ma nel ’45 si era schiantato durante un volo d’addestramento poco prima della fine della guerra. Riuscì finalmente a duellare con i Mig sovietici nei cieli della Corea, e da questa esperienza nel ’56 trasse il romanzo “The Hunters” (diventato film nel ’58, uscito quest’anno in Italia da Guanda con il titolo . “Per la gloria”), scritto di nascosto con lo pseudonimo di Salter per non farsi sfottere dai commilitoni. Fu un esordio folgorante, che convinse Horowitz-Salter ha togliere la divisa per abbracciare a tempo pieno il mestiere di scrittore. La sua è stata una produzione non vastissima, con pochi titoli, sostenuta dal lavoro di sceneggiatore per film che egli stesso liquidò come «spazzatura». Eppure i suoi libri hanno il passo dei classici, come la raccolta di racconti “L’ultima notte” (pagg. 174, euro 15,00), appena sfornata da Guanda che sta pubblicando l’opera omnia di questo formidabile autore.

Ne “L’ultima notte”, calati in un minimalismo di fatto più vicino alle atmosfere raffinate e rarefatte di una Alice Munro piuttosto che a quelle essenziali di maestro Carver, come nei romanzi quali “Una perfetta felicità” e “Un gioco e un passatempo”, si muovono i personaggi salteriani alle prese con le trappole dell’amore, l’enigma dei sentimenti, le passioni sdrucciole in grado di svelare la tragicomica fragilità umana. In queste pagine troviamo un uomo cui la moglie chiede di rinunciare a un amore gay, tre amiche che nell’arco di una serata scoprono i loro dolorosi segreti, un professionista cinquantenne che mette a rischio famiglia e carriera per una giovane amante che lo tradisce, un agente di borsa che ritrova la donna amata un tempo, prima che lei lo lasciasse per sposare un altro, e mentre tutto fa pensare che il sentimento possa rifiorire qualcosa si spezza...Dieci racconti, dieci formule che indagano le misteriose combinazioni chimiche per cui due molecole si fondono dando vita a quella nuova, vitale sostanza che chiamiamo amore, così imprevedibile nei suoi tempi di decadimento.

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