Jannuzzo e Caprioglio alla faccia vostra

In scena da domani al teatro Bobbio nella piéce di Chesnot diretta da Patrick Rossi Gastaldi
Ritorna al Bobbio la coppia Gianfranco Jannuzzo-Debora Caprioglio, in scena da domani, alle 20.30, fino al 17. A dirigere la commedia “Alla faccia vostra” di Pierre Chesnot è il regista Patrick Rossi Gastaldi. Accanto alla coppia: Antonella Piccolo, Gianni Federico, Antonio Rampino, Erika Puddu e Antonio Fulfaro. «È un testo divertente con un umorismo un po' amaro, noir – spiega Jannuzzo –: si parla dell'eredità di uno scrittore di romanzi erotici di successo. I personaggi sono più interessati al denaro che alla perdita del congiunto. Il mio per primo, che ne ha sposato la figlia (Caprioglio) sperando di ereditare la fortuna. In questa commedia la morale è dichiarata, come in quelle di Molière: con il denaro si possono fare cose straordinarie, ma anche scrivere pagine tristi. Finisce per condizionare la nostra vita nel bene e nel male».


Come mai la coppia Jannuzzo-Caprioglio?


«Ogni volta che ci si vedeva si parlava di fare qualcosa insieme. Così è stato: prima con “Lei è ricca, la sposo e l'ammazzo” e ora con “Alla faccia vostra”. A me piace Debora come compagna di lavoro perché non ha nessun atteggiamento precostituito. È una grande professionista che lavora con passione».


Ultimamente si scelgono spesso testi francesi contemporanei. Cos'è che affascina?


«I francesi sanno scrivere di teatro e hanno rispetto per gli attori. Il luogo teatrale per loro è sacro, basti pensare alla Comédie Francaise. E poi hanno inventato la pochade, l'intrattenimento, la commedia elegante. Ce l'hanno nel sangue il gusto per la forma che in molti casi diventa sostanza. L'autore della nostra commedia è contemporaneo. Quando pensa ai personaggi che vuole raccontare, pensa agli attori che devono interpretarli».


Di recente ha interpretato Ludovico il Moro nella trasmissione “Meraviglie” di Alberto Angela...


«È una trasmissione di alta qualità dove si vedono le bellezze italiane che sono patrimonio di tutti. Mi è piaciuto fare Ludovico, il grande mecenate che fece fare il cenacolo a Leonardo da Vinci. La coincidenza poi ha voluto che si parlasse di Agrigento nella stessa puntata in cui io, siciliano, facevo un milanese. Mi ha emozionato vedere la Valle dei Templi, ma anche scoprire cose nuove. L'Italia è ricca di capolavori ai quali poi finiamo quasi per abituarci, invece dovremmo valorizzare, conoscere, proteggere e divulgare la bellezza che ci circonda».


Teatro, tv, ma anche fotografia: quando nasce questa passione?


«Da ragazzo. Sviluppavo i rullini e stampavo le foto. Ho imparato tanto da maestri come Cartier-Bresson. Mi piaceva la street photography. Adoro fotografare l'umanità; mi piacciono i sorrisi, i ritratti, la gente che lavora, i bambini che giocano. Mi piace la vita nei quartieri. Le città che vivono e pullulano di presenze umane. 1/125 di secondo è un tempo già lungo. È pazzesco pensare che per raccontare un minuto di vita, non basterebbero archivi interi di Nadar, di Capa. Con la foto fermi un attimo, un’espressione, un sentimento, fai sognare. La fotografia è magica».


Documenta spesso anche il dietro le quinte degli spettacoli.


«Non resisto a non fissare certi momenti in cui l’attore si sta preparando. Sono ancora molto legato alla pellicola; al digitale ci voglio arrivare gradatamente, senza mai dimenticare il fascino della pellicola, che a ogni scatto ti fa pensare che tempo e che diaframma usare».


Quando verrà a Trieste, la prima cosa che farà?


«Una meravigliosa passeggiata. Piazza Unità è la piazza più bella d’Italia. Aspetto la sera per vederla illuminata in quel modo magistrale, mi dà una forte emozione. È come se di notte dovesse succedere qualcosa. Non manca mai la passeggiata con Joyce e il saluto alla sua statua. Quando ho avuto il tempo di farlo, sono andato a Villa Opicina: lì mio padre, durante la guerra, è stato ufficiale. Anni fa, quando sono stato al Teatro Verdi per “La Vedova Allegra”, e ci sono rimasto per un mese, Trieste l’ho potuta conoscere meglio e me ne sono innamorato».


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