Jennifer Egan, il gotico anni Duemila

La scrittrice di “Guardami” pubblica con minimum fax il romanzo “La fortezza”

Ci vuole un coraggio grande così. Per scrivere un romanzo gotico negli anni Duemila. Per far girare una storia attorno a un castello medioevale, a una serie di bizzarri personaggi, a un mistero che sembra preso di peso dal “Castello di Otranto” di Horace Walpole. Che, peraltro, venne pubblicato nel 1764. Oltre due secoli e mezzo fa.

Ci vuole un coraggio grande così. Come quello che porta, ogni volta, Jennifer Egan a scrivere un libro nuovo. E che l’ha spinta a vincere premi come il Pulitzer per la letteratura e il National Book Critics Circle Award con gli splendidi “Guardami” e “Il tempo è un bastardo”.

E se con la “Scatola nera” ha vinto la sfida di realizzare il primo romanzo scritto con lo stile telegrafico di Twitter, con “La fortezza” tradotto da Martina Testa per minimum fax, pagg 301, euro 18) è riuscita a impossessarsi degli ingredienti tipici del romanzo gotico. Per distillare una storia moderna, eppure con radici ben salde nella tradizione letteraria.

Al centro della storia c’è il tipico personaggio degli anni 2.0. Danny arriva da New York, è intossicato da internet e si ritiene un esperto di pubbliche relazioni. Si sbatte, gira a vuoto, ma un lavoro vero e proprio non ce l’ha. Quasi per caso, si ritrova in un castello medioevale dell’Europa Centrale. Invitato da suo cugino, che lo vuole trasformare in un resort di lusso riservato alle persone che cercano il silenzio. A chi oppone al frastuono dei nostri tempi la meditazione.

Come in ogni romanzo gotico che si rispetti, quel castello nasconde un mistero. E sarà proprio Danny a doverlo risolvere, districandosi in mezzo a una folla di personaggi bizzarri.

Come sempre, alla grande bravura di costruire una storia, Jennifer Egan unisce uno sguardo tagliente e trasversale sul nostro tempo. Sull’essere e l’apparire. Sul reale e il virtuale.

alemezlo

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