Josè Perez, omaggio danzato al mito della Callas

ROMA. Lei è stata la più grande di tutte. Lui è uno degli astri della danza più applauditi dalla critica internazionale, ma anche dal pubblico giovane, complice, in Italia, la platea televisiva di “Amici”. Josè Perez, stella cubana della Compagnia brasiliana Cia de Dana Studio 3, perfetto mix di talento, tecnica e sex appeal, torna in Italia con “Callas il mito. Paixao e Furia”, spettacolo che a 90 anni dalla nascita celebra la vita e le opere della più importante cantante lirica di tutti i tempi, dal 19 al 21 giugno al Teatro Nazionale di Milano (parte dell'incasso della prima andrà a United for Africa).
«Sono sempre contento di tornare in Italia», racconta Perez. Dopo il debutto al Festival de Teatro de Curitiba, sarà proprio dall'Italia che partirà il tour internazionale di “Callas il mito”, lo spettacolo con le coreografie di Anselmo Zolla e la regia di Josè Possi Neto, che ha riportato in scena anche Marilena Ansaldi, negli anni '50-'60 solista al Teatro Municipale di So Paulo e al Bolshoi Ballet, prima di diventare pioniera del teatro-danza in patria.
Con loro, venti ballerini, diretti da Vera Lafer, a interpretare la furia e la passione, due sentimenti che divennero l'identità artistica della cantante, in un racconto che sulle note di celebri classici del suo repertorio e arie più contemporanee mescola biografia (dalla separazione dal padre al trasferimento traumatico con la madre in Grecia fino all'amore per Aristotele Onassis) e scene d'Opera.
«Uno spettacolo - racconta Perez - dove anche la scenografia sarà protagonista». Per lui, un intenso passo a due sulla “Casta diva” nei panni di Pollione, il proconsole romano che nell'opera di Bellini seduce e poi tradisce Norma, scegliendo però di morire con lei sul rogo. «Quando la Callas morì - riflette il ballerino - avevo appena un anno».
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