Kaurismaki a Berlino: «Solo la Merkel si interessa ai rifugiati»

La solidarietà e l'immigrazione ad Helsinki ha un altro sapore e fa davvero miracoli se è vista con gli occhi di 'laica spiritualità' di Aki Kaurismaki. Così come accade in 'The Other Side of the...

La solidarietà e l'immigrazione ad Helsinki ha un altro sapore e fa davvero miracoli se è vista con gli occhi di 'laica spiritualità' di Aki Kaurismaki. Così come accade in 'The Other Side of the Hope’, film in concorso per la Finlandia al Festival di Berlino e nelle sale italiane dal 6 aprile. Siamo appunto nella città di Helsinki dove si incrociano le vite di un giovane rifugiato siriano Khaled (Sherwan Haji), che ha perso la maggior parte della sua famiglia ad Aleppo e ha chiesto, senza troppa speranza, un permesso di soggiorno, e Wikstrom (Sakari Kuosmanen), commesso viaggiatore pieno di iniziative che prende a cuore il ragazzo. «È un crimine contro l'umanità quello che sta facendo l'Europa verso i migranti - ha detto il regista -. Solo la Merkel, tra i politici, sembra interessata oggi alla sorte dei rifugiati. E questa non è una dichiarazione politica». Il film è fortemente candidato all'Orso d'oro. «Non sono modesto, vorrei che questo film potesse cambiare l'atteggiamento verso i migranti non solo del pubblico europeo, ma di tutto il mondo. Mi accontento comunque anche della sola Europa». Ma ci tiene a dire poi:«Nel mio paese di sei milioni di abitanti ci sono solo trentamila rifugiati, ma c'è chi si sente come in guerra. Questa per me è una cosa intollerabile. Il cinema, come ha detto Renoir, non può cambiare troppo le cose, ma noi siamo tutti esseri umani. Oggi sono loro i rifugiati, domani potrebbe toccare a noi».

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