Kaz Hawkins, con la sua voce oltre una vita piena di cadute

IL PERSONAGGIO
Più forte di tutto e tutti, per Kaz Hawkins, è stata la musica. Nella sua storia c’è il male e poco altro: abusi sessuali, droga, depressione, un tentato omicidio (il suo partner dell’epoca le tagliò la gola), volontà suicide, problemi legati all’affidamento dei figli. A salvare la vita all’artista di Belfast, che domani, alle 21.30, a San Pietro in Slovenia, sarà tra i protagonisti del rush finale di “Blue Notte”, ci ha pensato la musica: è lei stessa ad affermarlo, non nascondendo di essere stata a ferri corti con la vita. Kaz con la sua voce ora incanta platee, riceve lusinghieri apprezzamenti, conquista riconoscimenti. Ma la musica è stata fondamentale per la sua guarigione, non solo per la sua salvezza: più volte l’ha ribadito.
La sua è una musica che dal dolore nasce, che nella sofferenza ha le radici. Per coronare i suoi sogni, ha impiegato vent’anni. Ora, finalmente, ce l’ha fatta. Non è mai troppo tardi, nulla è stato invano se quel dolore, quella sofferenza le permettono di esprimersi al meglio e di fare ciò che voleva: cantare. Il blues e il soul sono le sue anime. Domani, a San Pietro, ne darà una prova (l’ingresso al concerto è gratuito). Prima dell'inizio, ci sarà la cerimonia di inaugurazione del festival su territorio sloveno, con Milan Turk, sindaco di San Pietro, e Fabrizio Oreti, assessore alla cultura del Comune di Gorizia.
Sabato “Blue Notte” in piazza Transalpina continua con Kyla Brox, la star inglese del blues, introdotta dalla cantante slovena Tatjana Mihelj e dalla cantautrice goriziana Paola Rossato (candidata al Tenco per l’opera prima). Spazio anche a un imponente spettacolo di video mapping: attraverso una particolare tecnica di proiezione e animazione verrà animata la vecchia stazione ferroviaria della Transalpina. Domenica di scena i King King. Prima, però, tocca a Kaz Hawkins. Con le traversie della sua vita si è fatta un po’ attendere. Ora è il momento di ascoltarla. —
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