La Cassandra di Marco Podda opera tecnologica da lockdown

Un debutto inedito per un’Opera Contemporanea concepita tenendo conto di variabili imprevedibli. “Cassandra, in te dormiva un sogno” sarà online sabato 28 e domenica 29 novembre alle 20.30 sui canali del Teatro Coccia di Novara che ancora una volta porta in scena un lavoro del triestino Marco Podda.
«A febbraio lo stesso teatro ha messo in scena “La Donna di Veleni” e ora ha scelto di darmi fiducia per un progetto che è nato durante il primo lockdown - spiega Podda -. In quel momento, in cui per la prima volta ci veniva impedito di portare avanti la nostra attività in modo tradizionale, ho pensato a un modo alternativo di scrittura per un’opera che possa essere eseguita sia in tempi prosperi che in tempi di limitazioni come quelli che stiamo vivendo».
Un’opera concepita per l’esecuzione in una sala teatrale con un’orchestra, ma che si può realizzare anche in versione tecnologico-mediata, utilizzando una commistione di un ensemble live che interagisce con una partitura registrata. «Non solo, io avevo pensato anche a una fruizione sensoriale, con dei diffusori acustici e olfattivi che avrebbero dovuto essere utilizzati per stimolare la percezione olfattiva. Purtroppo in questo debutto, che avverrà online, non saremo in grado di offrire agli spettatori anche questa particolarità e ne sono rammaricato perché avrei portato un ulteriore pezzo di Trieste a Novara, visto che le sostanze le avevamo elaborate qui in città».
Resta comunque un’opera molto innovativa, tutta da scoprire, che abbatterà molte delle barriere di genere che di solito vengono innalzate nel mondo dell’Opera, mescolando voci recitanti, canto naturale e canto lirico. «Non vedo perché non si possa fare, nel mondo del jazz da anni si apprezzano le commistioni di stili e di strumenti musicali come un valore aggiunto e a mio parere anche nell’opera possono essere sviluppate delle commistioni per veicolare un messaggio o un’emozione».
Ma l’innovazione, per Podda, parte dal teatro classico, da Cassandra. «Amo la tragedia classica. Da anni collaboro con l’Istituto nazionale di dramma antico di Siracusa e ho pensato che questa fosse la scelta giusta. Un’operazione tecnologica radicata nella tradizione. Il mondo del musical da sempre è libero di spaziare in ogni direzione senza porsi limiti, l’opera viene spesso frenata. Ma se guardiamo al passato, dal teatro di corte a quello pubblico, si è spesso scelto di portare le innovazioni partendo da testi classici, quasi cercando di cementare la transizione verso qualcosa di nuovo con una solida radice di tradizione».
Anche il libretto, firmato da Daniele Salvo e Giulia Diomede va considerato con attenzione. «Abbiamo collaborato con l’Istituto del dramma antico di Siracusa che ci ha aiutato fornendoci dei frammenti di svariati traduttori che, uniti, hanno generato un libretto inedito». L’opera, che andrà in scena per la regia di Daniele Salvo, vedrà impegnato l’Ensemble strumentale della Cappella Tergestina diretta da Petar Matošević. «Ho immaginato questo mio lavoro per spazi diversi, per messe in scena alternative e la tecnologia in questo momento ci permette di portarlo in scena anche se le sale teatrali sono chiuse. Forse mancherà solo l’emozione del silenzio condiviso con qualche centinaio di persone a pochi secondi dall’inizio». —
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