La celtica Denise da Trieste a The Voice incanta Piero Pelù

TRIESTE. In rete è stata subito definita fata, sacerdotessa, ma anche improbabile figura elfica estrapolata dalle saghe narrative di Tolkien. Lei si reputa invece un’interprete di musica celtica, testimone dell'antica sacralità della pura tradizione italiana ed europea, impegnata ora nella missione artistica e spirituale della vita: convincere il pubblico e lasciare un segno sulla ribalta televisiva.
La triestina Denise Cannas è una delle rivelazioni delle prime fasi di "The Voice", il talent show in onda su RaiDue incentrato sulla ricerca di voci e interpreti di ogni età e genere, da modellare e lanciare sulla grande ribalta.
Alla prima selezione, quella delle "Blind Audition", la trentenne Denise ha intanto stregato la giuria, specie Piero Pelù, proprio il "Diablo" devoto al rock più duro, sulla carta il più distante dagli stilemi espressi dalla cantante e invece ammaliato dal genere, al punto da accoglierla nel suo team per l'avventura "The Voice". Voce limpida, brano di velluto e costumi da scena legati alla matrice tolkieniana, ma che in realtà parlano del suo clan, il "Louh Gur" (la lontra), il gruppo triestino che molti ricorderanno sul palco del festival Triskell e in altre rievocazioni celtiche.
Denise Cannas ha giocato bene le sue carte al debutto in prima serata, miscelando la bravura nell’esibizione della ballata tradizionale "Scarborourgh Fair", diventata celeberrima nell’interpretazione di Simon & Garfunkel, ai colori inediti regalati in televisione dagli accompagnatori di turno, anche loro fidi esponenti del clan giuliano-celtico. Sul palco si sono presentati con una "donna della medicina" e persino con un Druido, figura quest'ultima particolarmente apprezzata da J Ax e dallo stesso Pelù, attratti dichiaratamente dalle possibili risorse medicinali - pozioni e soprattutto erbe - non certo quelle magiche.
Laureata in Lingue Orientali a Ca’ Foscari di Venezia, insegnante di discipline che spaziano dalla palestra (Boot Camp) alla crescita emotiva-spirituale (Counselling), Denise Cannas ha tradotto il suo percorso vitale soprattutto tra note e spartiti, con lo studio di pianoforte, percussioni e flauto. La appassiona il filone celtico ma anche il più vasto concetto di musica tradizionale e ha inciso un album in lingua aramaica e un lavoro in cinese abbinato a una raccolta di racconti: «Potevo avere otto anni, non di più, quando mi sono commossa all'ascolto di Enya - racconta - è stato una vera scintilla, una sorta di connessione con la mia anima».
Il canto e l'incanto, il respiro della fantasia ma il ripudio della fantasy. Denise Cannas rifiuta l'etichetta di figurante da set e risponde subito alle stoccate, le prime, giunte in massa dai social dopo i presunti eccessi scenografici del debutto televisivo: «Una forma di ignoranza, nulla di più - ha replicato pacatamente - se il formato fosse andato in onda in America, che impatto avrebbe avuto una pellerossa? E di un aborigeno in Australia? Qui in Italia - ha aggiunto - stiamo scordando radici e tracce della nostra civiltà. Io non sono un elfo, sono una persona vera, non c'è nessuna magia da interpretare».
Anche Piero Pelù deve aver creduto alla trama, formulando il matrimonio "diablo-sacerdotessa" che promette scintille, anzi, elementi veri: «Ho fatto vedere solo il mio elemento più trasparente, l'Aria - conclude l'Enya bionda di San Giusto - ma tra un mese, al mio ritorno in televisione, posso esprimere ben altro, le mie radici, il Fuoco. Per trasmettere il messaggio di spiritualità in musica sono pronta a tutto, vedrete...».
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