La figura di Perlasca in fumetto disegnata da Mìron Polacco

Il triestino firma con Matteo Mastragostino un elegante volume  con tavole in bianco e nero per BeccoGiallo Edizioni 

Cinquemila è il numero di vite umane che Giorgio Perlasca avrebbe salvato dalla cieca ferocia della mattanza nazista. La vicenda del commerciante comasco che nel 1944 nell'Ungheria invasa dai tedeschi riuscì, fingendosi console generale spagnolo, a strappare alla deportazione migliaia di ebrei è diventata popolare una decina di anni fa soprattutto grazie a una fiction Rai interpretata da Luca Zingaretti. Una figura controversa e di difficile inquadramento quella di Perlasca, un uomo che ha operato nell’ombra e nell’ombra è rimasto finché un gruppo di donne non ne ha iniziato la riscoperta quasi casualmente portando il suo nome e le sue gesta all'attenzione del mondo e consentendogli di avere un posto tra i “giusti fra le nazioni”.

La sua storia è rimasta a lungo quasi segreta perché Perlasca era considerato da tutti un personaggio scomodo: antipatico alla sinistra perché in gioventù fu tesserato del partito fascista e negli anni della rivoluzione franchista combatté per Franco, inviso alla destra perché assolutamente contrario alle leggi razziali, contrario all'alleanza con la Germania e fedele al re Vittorio Emanuele. Il soggetto ideale per costruirci sopra un fumetto, anzi un libro di graphic journalism, scritto da Matteo Mastragostino e illustrato dal triestino Armando Mìron Polacco. “Perlasca” (BeccoGiallo Editore, pp. 144, euro 18) è un elegante volume che ricostruisce la vicenda di questo eroe per caso, un umile che la casualità del tempo ha portato a lasciare un segno importante nella Storia del Novecento. A disegnare quelle drammatiche pagine in bianco e nero è Mìron Polacco che ha già realizzato fumetti insieme a Toni Capuozzo e a Fausto Biloslavo e che spiega la sua fascinazione per il personaggio: «Delle cose che fece in Ungheria non raccontò nulla a nessuno, fermamente convinto in cuor suo di avere solamente reagito a una colossale ingiustizia. È proprio questo l’aspetto che più mi piace di Perlasca. Quanto si è disposti a fare per aiutare il prossimo? Rischieresti il tutto per tutto, pure la tua vita, per poi continuare a vivere nel tuo quotidiano come se per gli altri niente di tutto ciò fosse mai successo?».

Il libro propone atmosfere quasi cinematografiche per l'impostazione delle scene e la rifinitura dei protagonisti e dimostra l'impegno nello studio della vicenda. «Per la creazione del fumetto - continua Mìron Polacco - ho operato a stretto contatto con lo sceneggiatore Matteo Mastragostino: è stato lui a fornirmi tutto il materiale necessario, dalle foto d’epoca di Budapest ai costumi. Abbiamo scelto di rimanere fedeli alla realtà storica. La vicenda l’abbiamo costruita sotto l'attenta supervisione della Fondazione Giorgio Perlasca, guidata dal figlio Franco e dalla nuora Luciana, per avere una precisa e costante revisione quando ci immedesimavamo nelle situazioni e nel carattere esplosivo del nostro eroe. La scelta stilistica dei disegni realizzati a matita e acquerello in una scala di grigi è mirata a favorire un'immersione totale negli anni Quaranta, come si trattasse di una pellicola d’epoca».

Nel futuro prossimo del fumettista c'è finalmente una storia triestina. «Proprio in questo momento - conclude Mìron Polacco - sto lavorando, sempre per Beccogiallo, a una biografia di Franco Basaglia che uscirà a maggio. Il graphic novel sarà incentrato sulla lunga parentesi in cui il medico operò nell’ospedale psichiatrico di Gorizia e di Trieste. Mi occuperò ancora una volta di una figura ritenuta controversa. Io credo che sia stato semplicemente un grand’uomo, un animo nobile che ha lottato per dare diritti a chi, secondo il mondo dell’epoca, non esisteva neanchE».



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