“La fortuna di Laura” su Rai 1 con Lante della Rovere e i triestini Grimalda e Molino

Ventitrè ore di viaggio in pullman da Parigi a Roma per avere la parte. Che dopo la chiamata da un giorno all'altro del regista e un provino avventuroso è riuscito ad ottenere.
Con soddisfazione doppia: perché Daniele Molino è l'unico interprete triestino, insieme alla più nota Emanuela Grimalda, al centro di una delle più recenti serie girate quest'estate in città: “La fortuna di Laura”, prodotta da Pepito e RaiFiction col supporto di PromoTurismoFvg-Fvg Film Commission, che andrà in onda stasera su Rai Uno alle 21.25. Una Trieste «incantevole e ricca di spunti creativi» per gli autori e il regista Alessandro Angelini, in una produzione che ha utilizzato come set non soltanto il solito salotto buono ma anche le vie di Ponziana, con tanto di finale hollywoodiano in una Muggia sotto la neve. Scena girata nei 30 gradi di giugno con attori e comparse a sudare in dolcevita e paltò ma necessaria, secondo Angelini, «per chiudere in un'atmosfera di gioia e serenità», in sintonia con il tono da favola della fiction.
La storia è infatti quella di una cenerentola al contrario: ovvero Laura, interpretata da Lucrezia Lante Della Rovere, celebre interior designer e influencer che dopo il tradimento del marito viene buttata fuori di casa perdendo tutto. Ricomincerà così una nuova vita, soprattutto grazie alla generosità d'animo del personaggio interpretato da Emanuela Grimalda: la sua ex domestica Agnese, che più contribuirà alla svolta della "tremenda" datrice di lavoro. Fino a trovare l'amore nel personaggio di Fabrizio, interpretato da Andrea "il Pojana" Pennacchi.
L'attore triestino è Terry, il collaboratore più stretto di Laura: un personaggio che nutre per lei «attaccamento e ammirazione» anche se dopo un attrito vi sarà una presa di distanza. «All'inizio Laura si muove in un ambiente "bene" e un po' stucchevole - racconta Molino - ma viene allontanata perché combina una grossa cavolata.
La storia sentimentale, più avanti, le farà superare le insicurezze e sciogliere quel suo cuore un po' indurito, un po' alla "Canto di Natale" di Dickens, un tono corroborato dal ruolo della musica e dell'arte che viene fuori nel film. Oltre ad Agnese, anche la figlia, interpretata da Ilaria Rossi, avrà un ruolo cardine nel far capire alla nostra protagonista quello che conta veramente nella vita e quello che invece è solo orpello».
«Mi sono trovato molto a mio agio - sottolinea Molino - anche perché si tratta della mia esperienza più consistente su un set». Assassino in "Màkari", ex compagno di classe della protagonista di "Volevo fare la rockstar" per Matteo Oleotto, soldato nel corto made in Trieste "Naufraghi", operaio in "L'ultimo paradiso" con Riccardo Scamarcio, Molino sarà presto guardia forestale nella quinta stagione di "Rocco Schiavone" a fianco di Marco Giallini, l'attore con cui si è trovato meglio.
Ma maggior confidenza Molino ce l'ha con il teatro: a Trieste gli inizi col Palio degli Asinelli - debutto nel 2008 per la regia di Laura Samani con cui amerebbe tornare a lavorare - "ritorno a casa" appena lo scorso anno per il primo spettacolo triestino dopo dieci anni. Perché in mezzo c'è stato il Piccolo Teatro di Milano, dove ha vissuto esperienze importanti come allievo di Luca Ronconi: «ho avuto la possibilità - annota l'attore - di seguire l'allestimento dell'ultimo suo progetto, la "Lehman Trilogy", sostituendo anche un attore in un paio di repliche: simbolico per me, perché è stato l'ultimo spettacolo del mio insegnante e maestro, colui che mi ha scelto al "Piccolo" dando inizio a tutto».
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