La Maria Fuchs di Ivan Gergolet incanta il Lido

VENEZIA. Cinque minuti di applausi: il cinema del Friuli Venezia Giulia conquista ancora la Mostra di Venezia con "Dancing With Maria", il poetico documentario del regista di Doberdò del Lago Ivan...
Di Elisa Grando
Italian director Ivan Gergolet during the flash mob on Lido for "Dancing with Maria" during the 71th annual Venice International Film Festival, Venice 31 august 2014. The movie, by italian director Ivan Gergolet, is presented in Settimana della Critica section at the festival that runs from 27 august to 06 september 2014. ANSA/ANDREA MEROLA
Italian director Ivan Gergolet during the flash mob on Lido for "Dancing with Maria" during the 71th annual Venice International Film Festival, Venice 31 august 2014. The movie, by italian director Ivan Gergolet, is presented in Settimana della Critica section at the festival that runs from 27 august to 06 september 2014. ANSA/ANDREA MEROLA

VENEZIA. Cinque minuti di applausi: il cinema del Friuli Venezia Giulia conquista ancora la Mostra di Venezia con "Dancing With Maria", il poetico documentario del regista di Doberdò del Lago Ivan Gergolet che racconta la ballerina argentina Maria Fux, pioniera della danza-terapia e ancora in piena attività a 92 anni. Dopo il trionfo dello scorso anno del friulano Matteo Oleotto con "Zortan, il mio nipote scemo", anche Gergolet con il suo primo lungometraggio approda nell'importante Settimana della Critica. «Sono felice: è il coronamento di quattro anni di lavoro», ha dichiarato Gergolet. «Oggi si chiude un lungo capitolo della vita mia e di chi ha collaborato al film. E probabilmente se ne apre un altro, ancora non programmabile».

Al Lido il gruppo del Friuli Venezia Giulia era nutrito, a partire dalla Presidente della Regione Debora Serracchiani e l'assessore regionale alla Cultura Gianni Torrenti, e poi il produttore del film Igor Princic, il presidente della Fvg Film Commission Federico Poillucci e molti della troupe, come il compositore delle musiche Luca Ciut, Manuela Buono alla distribuzione, i montatori del suono Havir Gergolet e Francesco Morosini, la danzatrice Martina Serban. Lo spirito gioioso e rivoluzionario di Maria Fux, che per una vita intera ha insegnato che la danza è per tutti, qualsiasi capacità motoria, fisica o psichica si possieda, è stato onorato anche con un emozionante "flash mob" accanto al red carpet: una performance improvvisata di un gruppo di ballerine "fuxiane" che hanno danzato fra la gente accompagnate da due violinisiti e un violoncellista. Solo una piccola rappresentanza delle migliaia di persone che hanno seguito il "metodo Fux" in tutto il mondo. «Ho concepito il film come un mosaico a "sistema solare": al centro c'è Maria, attorno a lei ruota un mondo di persone», dice Gergolet. «Sono andato più volte a Buenos Aires nella sua scuola e ho avuto la fortuna di capitare in momenti forti, come quello in cui due adolescenti down iniziano a innamorarsi proprio nella scuola, o in cui Diana, affetta da poliomelite, scopre la danza. O Maria stessa: aveva appena concluso la carriera da palcoscenico, a 88 anni». Il regista non avrebbe potuto immaginare di arrivare un giorno a Venezia quando ha cominciato ad avvicinarsi al cinema come proiezionista all’Excelsior di Monfalcone, poi al Dams di Bologna e Gorizia e con i primi cortometraggi "Quando il fuoco si spegne" e "Polvere". Ma Gergolet è solo l'ultimo dei registi friulani, dopo il successo di Matteo Oleotto, Carlo Zoratti con "The Special Need" e Alberto Fasulo con "Tir", che dimostrano che nella nostra regione è possibile fare del cinema un mestiere.

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