La principessa von Habsburg «Ho imparato da nonna Zita ad amare il fascino di Trieste»

La nobile scultrice tiene a battesimo la Biennale donna dall’8 marzo per tre mesi al Magazzino 26 del Porto Vecchio

Il progetto



Figlia dell’arciduca Ottone e nipote dell’ultimo imperatore d’Austria-Ungheria, Gabriela Von Habsburg è scultrice affermata, che vanta mostre in tutta Europa, in Giappone e negli Stati Uniti. Ha tre figli e si dichiara di fede europeista, così com’è stato nello spirito del padre Otto, pronipote dell’imperatore Francesco Giuseppe. Con Trieste ha un forte legame, per un’evidente memoria storica, ma anche per un’affettività più intima, consolidata quando ancora era una bambina: «Mia nonna Zita - aveva dichiarato in occasione di una personale allo Studio Tommaseo - era una personalità praticamente irraggiungibile. Aveva trenta nipoti e a ognuno veniva elargito poco tempo per le visite, in modo da accontentare tutti. Ma in quei pochi minuti che mi venivano concessi, spesso la nonna mi raccontava di Trieste, della sua bellezza e del suo fascino. Per cui fin da bambina sono cresciuta con curiosità e attrazione verso questa città».

E ci ritorna spesso, a Trieste. Tra le sue soste quella per la mostra organizzata dalla famiglia Artioli, nel 2000, alle Scuderie di Miramare e più avanti altre personali ideate dallo Studio Tommaseo, nel 2006. Ma l’Arciduchessa d’Austria è ritornata a Trieste anche pochi giorni fa, in vista della Biennale Internazionale Donna (Bid) che verrà inaugurata l’8 marzo 2019 e sarà attiva per tre mesi negli spazi del Magazzino 26 in Porto Vecchio. La principessa infatti vestirà il ruolo di madrina della manifestazione, oltre a essere presente quale artista con alcune sue opere realizzate in acciaio inossidabile.

L’iniziativa si deve al gruppo di donne che hanno fondato la kermesse e collaborato alla Biennale giuliana: la presidente Bid Alda Radetti, Antonella Caroli, la direttrice artistica Barbara Fornasir e Isabella Artioli. La presenza della principessa per inaugurare la rassegna è una scelta che indubbiamente non ha a che fare con meriti nobiliari, afflati nostalgici o cerimonie di corte, quanto per la validità artistica di un’opera che ha già ottenuto molti riconoscimenti in Italia e all’estero. La von Habsburg è scultrice e anche docente all’Accademy of Arts di Tbilisi in Georgia, ma prima è stata tra le allieve più qualificate del celebre Robert Jacobson: «Una grandissima personalità artistica, fu il magnete che mi attirò all’Accademia di Monaco», anche se fu il musicista Reinhold Heller – suo maestro di violino – a capire quanto a Gabriela d’Asburgo interessasse, fin dall’infanzia, non tanto la pittura, quanto la possibilità di realizzare opere tridimensionali.

«Sono felice di essere stata chiamata a partecipare attivamente alla Bid - dice - e trovo interessante soprattutto la sua internazionalità perché credo nel lavoro delle donne quale contributo indispensabile della promozione culturale nel mondo. L’arte non deve avere confini né di lingua né geografici, l’arte è sopra ogni cosa».

Durante la Biennale verrà anche istituito un workshop per talenti emergenti da lei condotto dal titolo: “Arte ed Energia rinnovano la terra”, dove saranno accettate da 5 a 10 artiste di ogni parte del mondo per unA full immersion di 2 settimane (iscrizione da gennaio). Oltre al workshop sono davvero tanti gli appuntamenti previsti, tra cui i tre concerti d’arpa delle musiciste del Conservatorio Tartini. Sarà attiva una collaborazione con Futuro Donna che organizzerà una sfilata di Qingyue in sinergia con l’associazione Hypatiaes. Tra le rappresentazioni anche una maestra di Kumihimo, antica arte tessile giapponese, oltre alle artigiane del Museo della Lana di Stia del Casentino che lavorano, tra gli altri, con stilisti come Pucci e Cavalli. Ed è in cantiere una collaborazione con i ragazzi del Collegio del Mondo Unito, sia per la musica che per le esposizioni artistiche. La Biennale Internazionale Donna è aperta a tutte le artiste che potranno iscriversi fino al 31 ottobre. I moduli sono scaricabili nel sito www.bid.trieste.it: le opere più meritevoli saranno selezionate da un’apposita giuria e potranno partecipare alla manifestazione. —





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