La professoressa Rosboch uccisa dal suo studente diventa una piéce a Udine

UDINE. Sarà giovedì al Teatro S. Giorgio di Udine, alle 21, ospite per una sera della stagione di Contatto 37, “Se non sporca il mio pavimento (un mèlo)”, il nuovo lavoro teatrale scritto (con Gioia Salvatori) e diretto dal regista palermitano Giuliano Scarpinato (foto Daniele Fona). Lo spettacolo - una delle nuove produzioni Css, appena presentata al Teatro Bellini di Napoli e ai Filodrammatici di Milano - si ispira a un recente caso di cronaca nera, il delitto, nel gennaio 2016, di un’insegnante torinese, Gloria Rosboch per mano di un suo studente minorenne e del suo complice e amante.
Protagonisti di “Se non sporca il mio pavimento” sono dunque – trasfigurati dalla cronaca di quei fatti reali - Gioia Montefiori (l’attrice Francesca Turrini) un’insegnante di sostegno di 47 anni, che vive con l’anziana madre (Beatrice Schiros, in video) nella casa di famiglia; Alessio Benedetti, uno studente di 17 anni, con 12 profili su Facebook, che sogna una società di servizi ad Antibes (Michele Degirolamo). Cosimo Comes (nel ruolo, l’attore Gabriele Benedetti), infine, è un parrucchiere di 54 anni, ha un salone di bellezza chiamato “Armonya” e un cane di piccola taglia che fa sogni premonitori. Diventano loro, i protagonisti di un mèlo di provincia dalle tinte fosche, una favola noir fatta di rimozioni fatali, bugie sapienti, specchi e umori cangianti; e soprattutto di fantasticherie, latitanze dalla realtà, rese scenicamente attraverso un dispositivo multimediale.
Giuliano Scarpinato dirige nuovamente uno spettacolo per il pubblico adulto, dopo il successo di creazioni per il teatro per ragazzi come “Fa’afafine”, storia di un bambino che ancora non si riconoscere in un’identità di genere, e “Alan e il mare”, elegia in memoria del bimbo siriano, annegato sulle coste della Turchia.
«Il delitto Rosboch - spiega Giuliano Scarpinato - è una vicenda che mi impressionò, oltre che per l’intreccio, per la forza archetipica dei suoi personaggi. Mi sembrò subito, quando la prima volta ne lessi, che in quella provincia piemontese fatta di supermarket, tubi catodici e fughe nei social, si fosse incarnato bizzarramente, attraverso Gloria Rosboch e il suo giovane seduttore Gabriele Defilippi, il mito di Eco e Narciso. La ninfa dannata da Afrodite ad amare non corrisposta fino alla consunzione delle carni e il giovinetto perduto nella propria immagine riflessa sono scolpiti da Ovidio nelle Metamorfosi».
Al termine dello spettacolo, Giuliano Scarpinato e la sua compagnia incontrano il pubblico. Conduce Alberto Bevilacqua. —
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