La quinta donna della “Dolce vita” disegnata da Fellini su Leonor Fini

Sull'amicizia tra Leonor Fini e Federico Fellini sono stati raccontati già molti particolari. La loro conoscenza risale agli anni del secondo dopoguerra quando l'artista triestina vive a Roma e ne frequenta l'ambiente culturale. Nel 1963 Leonor disegna per l'amico regista i costumi di una scena di "Otto e mezzo" senza però comparire nei crediti del film. Nel '69, quando torna a Trieste per ritirare il San Giusto d'oro, chiede e ottiene di assistere a una proiezione speciale tutta per sé di "Fellini Satyricon" una mattina in un cinema cittadino: pare che Fellini le avesse proposto di comparire lei stessa come attrice nel film.
Alcuni frammenti di "Casanova", scartati nel montaggio perché ritenuti adatti solo agli "iniziati", diventano un regalo del regista per Leonor a cui si rivolge, in una lettera del '93 conservata all'Archivio Leonor Fini di Parigi, chiamandola «Maestra, amicissima, allegria». Ma c'è un episodio importante che era sfuggito ai più e riguarda un capolavoro assoluto. In una prima stesura di "La dolce vita", Fellini e i suoi autori Ennio Flaiano e Tullio Pinelli avevano creato il personaggio di una quinta donna che ruota intorno al protagonista: è Dolores, una scrittrice, l'unica ad essere più matura di Marcello e che, letto il suo libro, lo consiglia e incoraggia a non sprecare il talento.
Questa scrittrice è ispirata a Leonor Fini e avrebbe dovuto essere interpretata dall'attrice tedesca Luise Rainer. A svelare questo episodio è Fabrizio Natalini, ricercatore universitario che insegna Storia del cinema italiano e Scritture per lo Spettacolo a Roma Tor Vergata, nel saggio "Leonor Fini e la torre del Surreale" che esce in questi giorni su "Sinestesieonline", supplemento della rivista "Sinestesie".
Natalini spiega come è avvenuta la scoperta. «Mi occupo da anni di Flaiano e studiando degli inediti di Fellini ho trovato tracce di questa quinta donna, un personaggio di cui parla anche Tullio Kezich. Ma la svolta è stata la visione di un filmato della "Settimana Incom" del '52, "La torre del surreale", oggi consultabile anche in rete grazie all'Istituto Luce: si vede Leonor Fini al meglio di sé dipingere nella suggestiva torre San Lorenzo ad Anzio sul litorale laziale. Un altro mio interesse sono le location cinematografiche romane e conoscendo bene la sceneggiatura della "Dolce vita" il collegamento è stato logico».
Chi è il personaggio di Dolores?
«Una donna matura con cui Marcello ha una relazione, scrittrice affascinante che vive in una torre affacciata sul mare. In fase di scrittura Fellini e compagni lavorano a una trama picassiana del film, inventano episodi. Dolores è chiaramente ispirata a Leonor Fini, come rivela anche Mario Longardi a lungo uomo di fiducia e confidente di Fellini, e avrebbe dovuto essere interpretata da Luise Rainer, vincitrice di due premi Oscar, ma le divergenze sorte tra lei e Fellini in fase di preparazione del film portarono alla cancellazione definitiva del personaggio».
E nella sceneggiatura si leggono molti dettagli riferibili a Leonor.
«Nella vasta stanza, che occupa tutto il piano della torre e prende luce da due finestre verso il mare, una donna sui quarantacinque anni, ancora bella, sta scrivendo a macchina con le spalle rivolte verso la porta. È Dolores. Indossa una vestaglia, sotto la quale dev'essere nuda, e scrive con intensa attenzione. L'arredamento, intorno, rivela la cura e il gusto del proprietario. Ogni mobile ed ogni oggetto è stato scelto per fare della vecchia stanza un luogo confortevole ed elegante, con una punta di sofisticazione. Mobili di campagna, antichi, un gran divano, comode poltrone. Pavimento di mattoni lucidati a cera e coperto di bei tappeti. In un angolo è ricavata una grande alcova con un sommier enorme. Un antico scaffale è pieno di libri e oggetti».
Fellini era solito ispirarsi agli amici per i suoi personaggi?
«Lui, Flaiano e Pinelli si ispiravano sempre alla realtà, agli amici e alle loro storie: certamente mentre creavano Dolores si sono ricordati del filmato Incom. Filmato in cui Leonor Fini è ridicolizzata dal commento del giornalista...».
Infatti nel suo saggio lei evidenzia anche il pessimo rapporto tra l'artista e la stampa italiana.
«Chiunque conoscesse Leonor restava affascinato da lei ma nell'Italia degli anni Cinquanta è stata stroncata sia dai bigotti democristiani che dai moralisti comunisti perché scandalosa e sessualmente libera, e poi ingiustamente rimossa dal contesto culturale e artistico italiano».
Leonor sapeva di questo personaggio?
«Secondo me, no. Fellini diceva di essere un bugiardo, penso che abbia agito di nascosto. Oppure, magari, lei sapeva tutto e ne parlava tanto in giro che alla fine si è dovuto eliminare il personaggio!».
In ogni caso l'ombra di Leonor Fini aleggia intorno al capolavoro del regista in forma di un mancato omaggio. La vita di Leonor, il suo atteggiamento verso gli altri, la sua arte avevano probabilmente colpito anche Fellini. Senz'altro sia l'artista che questo episodio hanno fatto appassionare a Leonor Fini Natalini, che ora medita di adattare il suo saggio a lettura teatrale con l'attrice Arianna Ninchi.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo