La rinascita del gruppo sotto il segno di Augusto

È “Io Vagabondo” che meglio rappresenta il grande cantante e la sua voce unica ed è la stessa canzone-inno che conclude tutti i concerti in giro per l’Italia

REGGIO EMILIA. Il nome Nomadi fu scelto un po' per caso ma forse anche un po' per destino: la loro attività tocca capillarmente numerose località d'Italia ed è scandita da 90 concerti all'anno con una media annuale di un milione di spettatori.

È il 1963 e tra Reggio Emilia e Modena, come in tante altre zone dell'Italia del dopo-boom, nascono, a ritmo frequentissimo, centinaia di gruppi musicali, accomunati dalla voglia di esprimere sensazioni, pensieri ed insoddisfazioni dei giovani della nuova generazione, la prima del dopoguerra. Tra questi anche i Nomadi, fondati da Beppe Carletti e Augusto Daolio. Nel 1965 esce il loro primo 45 giri dal titolo “Donna la prima donna” e un anno dopo inizia la collaborazione con un allora sconosciuto Francesco Guccini. Da questo sodalizio nascono canzoni che segneranno una tappa fondamentale nel panorama musicale italiano. Da questo momento inizia la scalata: partecipazioni televisive, presenza alle manifestazioni canore e numerosi lavori discografici che porteranno la band ad avere un riconoscimento ufficiale da parte di critica e pubblico. Il lavoro dei Nomadi non si arresta negli anni nonostante le tragedie.

Nell’ottobre del 1992 muore nella sua casa di Novellara Augusto Daolio, cantante e leader dei Nomadi. La sua voce è legata all’interpretazione di canzoni, divenute inni della generazione dei contestatori, come “Dio è morto”, “Noi non ci saremo”, “Come potete giudicare”. E naturalmente “Io Vagabondo", canzone simbolo dei Nomadi, e soprattutto di Daolio, che amava identificarsi in questa canzone. Non è un caso che ogni concerto dei Nomadi si concluda con “Io Vagabondo” cantata in coro insieme al pubblico.

Nel maggio dello stesso anno era rimasto vittima di un incidente stradale Dante Pergreffi, il bassista dei Nomadi. Dante Pergreffi aveva 30 anni e nel 1984 era entrato a far parte dei Nomadi, in sostituzione di Umberto Maggi che aveva lasciato il gruppo, e con Daolio, Carletti e gli altri aveva inciso due album: “Ci penserà poi il computer” e “Gente come noi” . Del mitico gruppo (formato nel 1963) Pergreffi era il musicista più giovane, quello che aveva portato una ventata di aria nuova e una buona energia rock. Sono poi seguite diverse sostituzioni “tecniche” all’interno del gruppo ma sono passati 55 anni e loro sono ancora qui.

Dopo la morte di Augusto tante cose sono accadute, a partire dal “Nomadincontro – Tributo ad Augusto”. Il cuore del tributo è l’assegnazione del premio ad artisti italiani che si sono distinti per valore umanitario. Il riconoscimento è stato assegnato ai più grandi artisti italiani: Zucchero, Roberto Vecchioni, Biagio Antonacci, Franco Battiato, Daniele Silvestri, Pooh, Piero Pelù, Francesco Renga, Luca Carboni, Fiorella Mannoia, Enzo Iacchetti. Inoltre nel corso degli anni sono stati assegnati premi speciali: Don Gallo, Neri Marcorè, Luciano Ligabue, Umberto Veronesi, Don Antonio Mazzi, Marino Bartoletti.



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