La rivoluzionaria Tina Modotti in una serie tv di Claudia Gerini

L’avventurosa vita di Tina Modotti, la grande fotografa, attivista e attrice udinese, diventerà una serie televisiva: la produrrà Claudia Gerini, che ha da poco inaugurato una sua società di produzione e sta sviluppando un grande progetto internazionale che seguirà le tracce di Tina anche in America.
Gerini ha rivelato la notizia proprio durante la conferenza stampa di Filming Italy Los Angeles, il festival che porta il cinema italiano al pubblico americano, quest’anno in programma online dal 18 al 21 marzo e del quale Gerini è presidente onoraria.
«Si tratta di un progetto molto ambizioso», ha dichiarato l’attrice. «Tina Modotti era una grandissima fotografa, e anche una rivoluzionaria. È nata a Udine ed è emigrata prima negli Stati Uniti, poi a Città del Messico all’inizio degli anni Venti. La sua è una storia meravigliosa che vorrò raccontare con una coproduzione molto ricca e importante, in due serie di otto episodi. Sarà ovviamente una storia in costume abbastanza costosa, ma sono già molto contenta perché lo showrunner americano sta facendo un ottimo lavoro di preparazione».
Gerini sarà capofila del progetto insieme alla socia Michela Scolari, «conosciuta grazie a un piccolo film francese girato all’inizio del 2020, il thriller psicologico “Anna Rosenberg”. Da lì, abbiamo unito le nostre forze per sviluppare diversi progetti». Oltre alla serie sulla Modotti, infatti, Claudia Gerini produrrà anche un film tratto dal romanzo “Il sale rosa dell’Himalaya” di Camilla Baresani, del quale sarà anche protagonista, e il suo debutto alla regia nel film “Tapirulan”, che produrrà, dirigerà e interpreterà forse già da questo giugno.
Quello su Tina Modotti, però, è un progetto che le sta particolarmente a cuore: già nel 2007 l’attrice aveva espresso l’intenzione di produrre e interpretare un film sulla fotografa. Ora i tempi sono maturi: «Il mio nuovo percorso come produttrice mi mette addosso eccitazione e anche timore, ma sono sicura di essere pronta per queste nuove sfide», ha detto.
Indomita era anche la Modotti che, a diciassette anni, aveva lasciato Udine per raggiungere il padre emigrato a San Francisco. Aveva presto debuttato come attrice con “The Tiger’s Coat” di Roy Clements (del 1920 e recentemente restaurato dalla Cineteca del Friuli), ma la sua strada non era il grande schermo: nel 1923 si era trasferita a Città del Messico insieme al compagno, il fotografo Edward Weston, per darsi alla fotografia e all’impegno politico nella causa comunista. Tina, insomma, si è buttata nel mondo e ne ha segnato gli eventi quando alle donne non era ancora permesso di farlo. Eppure, il cinema di fiction l’ha raccontata poche volte: la più celebre è l’interpretazione di Ashley Judd nel film “Frida” di Julie Taymor. Tra i documentari a lei dedicati, invece, ricordiamo “Tinissima” di Laura Martinez Diaz che, per la Festa della Donna, torna online per un mese sulla piattaforma AdessoCinema (www.adessocinema.it) curata da Cinemazero, Visionario e Cineteca del Friuli. —
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