La seduzione ha nuovi colori nelle avventure di Valentina

Domani uscita d’esordio della collana dedicata all’icona ideata da Guido Crepax Per la prima volta in ogni libro una storia abbandonerà il classico bianco e nero

Riecco il caschetto nero più sexy del fumetto mondiale. Da domani, insieme a questo giornale e agli altri quotidiani del Gruppo Gedi, potrete trovare, uno ogni settimana, 20 volumi che rendono omaggio a Valentina, l’inimitabile personaggio creato da Guido Crepax, uno dei maestri indiscussi del fumetto d’autore italiano. Un ritorno in grande stile con una nuova veste grafica e la novità assoluta di una storia a colori in ogni volume.

Taglio inconfondibile di capelli che avrebbe contribuito a farne un’icona della nona arte, gambe lunghe e affusolate, sguardo ammiccante, bocca sensuale, elegante, la disinibita fotografa Valentina Rosselli debutta nel 1965 su uno dei primi numeri del mensile Linus nell’episodio “La curva di Lesmo” del fumetto psicologico Neutron, con un ruolo secondario. Neutron è il nome da supereroe di Philip Rembrandt, un critico d’arte e studioso di criminologia dotato dello straordinario potere di riuscire a paralizzare con lo sguardo persone, animali e perfino macchine. Valentina è la sua fidanzata (da lui avrà un figlio), ma il fascino che esercita sui lettori è tale che ben presto diventa la protagonista incontrastata delle storie di Crepax. A ispirare l’architetto, poi illustratore (sua anche la copertina di Nel blu dipinto di blu di Domenico Modugno) e poi fumettista Guido Crepas, Crepax è lo pseudonimo, per le fattezze di Valentina fu l’attrice del cinema muto Louise Brooks di cui era grande estimatore, che con lui intrattenne un lungo scambio epistolare anche se non si incontrarono mai.

Dalla Brooks, che ebbe a scrivergli “Tu hai afferrato la mia vera essenza” prese l’idea del caschetto di capelli neri, dritti e lucidi, tagliati appena sotto le orecchie. In breve le sensualissime storie della fotografa di moda milanese divennero una pietra miliare nella storia del fumetto. Valentina, che si rivolge chiaramente a un pubblico adulto, è una rivoluzione: i suoi viaggi onirici di ispirazione surrealista sono uno straordinario lavoro di introspezione psicologica che sconfina in un raffinatissimo erotismo, spesso dalle note sadomaso, senza che per tal motivo possa essere considerata una ninfomane. Si spoglia con una certa facilità, è vero, ma non per questo è disposta a concedersi con facilità, tutt’altro. I suoi turbamenti e i suoi incubi riflettono i cambiamenti del costume della società in cui vive, la sua volontà è sfidarne il radicato perbenismo bacchettone.

È una donna moderna che rivela i sogni delle donne del suo tempo, di sinistra, “che odia le utopie”, come sottolineò Crepax. Non solo. Valentina è un personaggio con tanto di carta d’identità: è nata il 25 dicembre 1942 (come la moglie di chi l’ha creata), vive a Milano nella borghese Via de Amicis, e invecchia negli anni. La si incontra appena ventitreenne e la si saluta cinquantenne, quando ha dato a Philip un figlio e anche questo ormai è cresciuto. Certo, sul suo fisico lo scorrere del tempo non ha inferto colpi micidiali, ma non è più la ventenne dei primi incontri. Di quest’idea di far invecchiare Valentina in un’intervista a Ink Crepax disse: “È stata una trovata per essere un po’ più originale. Da ragazzo mi dava fastidio che i personaggi dei fumetti non invecchiassero mai”. L’ultima apparizione del personaggio avviene nel 1996, Valentina ha 53 anni e saluta per sempre il mondo del fumetto nel volume “Al diavolo Valentina!”. Ma è stata anche la grafica originale a rendere le storie della fotografa milanese motivo di meraviglia per i lettori: Crepax abbandona gli schemi precisi e plasma le inquadrature e la disposizione delle vignette in maniera funzionale a ogni racconto, tra primissimi piani dei protagonisti, zoomate sui dettagli o elementi che possono simboleggiare uno stato d’animo, vignette di grandi dimensioni e altre piccolissime, e tagli che amplificano la dinamicità dei movimenti. Il linguaggio fumettistico crepaxiano ha spesso un ritmo cinematografico, serrato, avvincente, addirittura frenetico, pur mantenendo sempre tutte le peculiarità del proprio genere narrativo. Fumetto allo stato puro, che ha fatto di Valentina un’icona voracemente femminile. Una femme fatale in grado di conquistare i lettori di ieri come quelli di oggi.

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