La Terrazza dell’Ostello è un puzzle di gusti

Sarà anche vero che una rondine non fa primavera, ma di sicuro la riapertura della “Terrazza”, all’Ostello di Miramare, annuncia ufficialmente l’arrivo a breve della bella stagione. È così da anni,...
Di Furio Baldassi

Sarà anche vero che una rondine non fa primavera, ma di sicuro la riapertura della “Terrazza”, all’Ostello di Miramare, annuncia ufficialmente l’arrivo a breve della bella stagione. È così da anni, fin da quando Giovanni Tosto era ancora solamente gestore del locale interno alla struttura turistica. Ed è doppiamente così adesso, che è il deus ex machina sia della parte alberghiera che di quella ristorativa. Con una continuità nel personale che, di bel principio, rassicura.

Perché, in fondo, non c’è niente di più spiazzante dell’andare in un posto e trovare altri cuochi o altri camerieri. È lì che parte il tourbillon di domande: saranno all’altezza, la cucina ne avrà risentito, ci tratteranno bene o male? Senza dimenticare il domandone finale: ci costerà di più?

Tutte domande cui Giovanni risponde in un attimo, indicando lo staff, che parte dalle rodate Silvia e Irene e, passando per il cuoco Maurizio Borzì (siciliano che ormai risiede a Trieste) e per un gradito ritorno, quello dell’aiuto Rosario Di Bella, arriva fino al simpatico Mussa. Tutti volti noti, da cui si sa cosa aspettarsi. E cioè: piatti all’altezza e servizio professionale senza essere distaccato. Un’onesta trattoria, come ama chiamarla Tosto, quasi schermendosi per il reale valore aggiunto che, oltre alla proposta gastronomica prevede ovviamente lo strepitoso panorama, che in 180 gradi vi trasporta con la vista da Muggia fino a Pirano e oltre. Anche per questo, senza concedersi peccati di superbia, i prezzi della stagione 2016 sono rimasti gli stessi dell’anno passato, immutati.

Lo stesso non si può dire dell’offerta, che presenta più di qualche novità. Nel corso degli anni abbiamo visto il menù crescere e uscire dalla schiavitù, peraltro sempre benedetta, della pasta con le vongole e dei sardoni impanati. Il locale per certi versi, è come un puzzle al quale di tanto in tanto vengono aggiunti nuovi pezzi. In tal senso, l’estate 2016 sarà quella della pasta fresca. Giovanni, senza cadere nella tentazione delle mille tipologie, ne ha individuate due e due soltanto: i bigoli, decisamente più sfiziosi degli eterni spaghetti e bavette e gli amori, molto vicini alle cosiddette mezze maniche. Punto. E basta, perchè il risultato, sin da un’eccellente pasta allo scoglio, fa capire che la scelta è stata tutt’altro che velleitaria. Che il pesce fresco sia di casa e che il Mediterraneo abbia sempre una parte importante nel cuore di Maurizio lo fa poi capire la tartara di tonno con riduzione di cipolla di Tropea, orate e sgombri di giornata, fritti di vario tipo ben trattati e, come tali, assolutamente non unti. Il classico imbarazzo della scelta, insomma.

Ma Giovanni, infine, sulla via del salto di qualità, non ha disdegnato neanche un aggiornamento della cantina. Tutto da segno più, a partire dal vino della casa (che ne aveva bisogno...) fino ad arrivare a etichette del territorio, da Keber a Felluga, con una forbice di prezzo tra i 14 e i 35 euro. Con spesa finale facile da assestare entro i 30.

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