La vita di Francesco Giuseppe raccontata da dipinti e documenti

A Gorizia, la mostra su Sissi era stata da record: oltre 17mila spettatori tra marzo e giugno 2018. Riusciranno i baffoni di Franz Joseph a ottenere un successo analogo? Staremo a vedere. Ieri, l’esposizione curata da Marina Bressan con la collaborazione di Marino De Grassi, è stata annunciata nel municipio del capoluogo isontino. Rappresenta l’atto finale di una trilogia cominciata con “Asburgo. Quattro secoli di governo di una contea di confine. 1500-1918” e proseguita con “Elisabetta d’Austria. Donna, imperatrice, viaggiatrice”.
“Francesco Giuseppe I. Uomo, imperatore, patrono delle scienze e delle arti” sarà inaugurata sabato 9 marzo alle 17.30 al Museo di Santa Chiara con la presenza di Peter Weinhäupl, direttore della Gustav Klimt Foundation e già direttore del Leopold Museum di Vienna. In mostra potremo ammirare dipinti (tra cui numerosi ritratti), opere grafiche, libri di grande formato, preziosi e cartoline, documenti vari. Nel complesso, saranno oltre trecento i pezzi esposti, provenienti dai Civici musei di storia ed arte e dall’Archivio comunale di Trieste, dal Parco storico del Castello di Miramare, dalla Fondazione Coronini Cronberg, dall'Erpac-Musei provinciali e dall’Archivio di Stato di Gorizia, oltre che dalla stessa Gustav Klimt Foundation, dalle biblioteche della regione e da collezionisti privati di Vienna, di Trento, del Veneto e del Friuli Venezia Giulia.
L’obiettivo è di raccontare a tutto tondo la figura di Francesco Giuseppe sdoganandola dagli abusati cliché, a partire da quello del rapporto con sua madre Sofia, spesso vista come una “matrigna” (così almeno la definivano i diari delle dame di compagnia di Elisabetta) quand’era, in verità, una donna estremamente colta con l’obiettivo di educare l’erede a diventare imperatore. Di sicuro, Franz Joseph, per le pressioni della madre, per un’educazione che non lasciava spazio alle passioni, soffrì molto, finendo più volte per trovarsi alle prese con la solitudine.
Dell’imperatore verranno in particolare messi in luce gli aspetti biografici senza trascurare quelli di uomo politico, sovrano per 68 anni, fino a quelli, decisamente meno approfonditi, di “patrono delle scienze e delle arti”, come evidenzia il titolo della mostra. Contrariamente agli stereotipi su di lui, Francesco Giuseppe, anche se non gradiva il mondo della Secessione, dalle arti era estremamente affascinato: oltre a essere un disegnatore dotato (ne abbiamo prova alla Biblioteca nazionale austriaca), sovvenzionò talenti emergenti e, tanto per far degli esempio, non fu certo indifferente al teatro. Su altri fronti, promosse il sistema ferroviario (amava viaggiare in treno) oltre al Canale di Suez, il cui progetto porta la firma di Luigi Negrelli, trentino di cittadinanza austriaca. Inoltre, sempre per evidenziare alcuni aspetti del sovrano che l’esposizione goriziana metterà in evidenza, Franz Joseph pensò alla canalizzazione del Danubio. Certamente, era un uomo tradizionale, ancorato a certi schemi, ma ben consapevole di essere l’unico elemento unificante in una realtà che andava inesorabilmente disgregandosi. Senza alcuna nostalgia, ci mancherebbe, l’esposizione goriziana si propone quindi di approfondirlo con la consapevolezza della sua importanza per una storia che, con la nostra, ha più di una vicinanza.
Oltre che dai curatori, la mostra, organizzata dal Comune di Gorizia e dal Centro ricerche turismo e cultura, è stata ieri annunciata dal sindaco del capoluogo isontino, Rodolfo Ziberna, dall’assessore comunale Fabrizio Oreti, dal vicepresidente della Fondazione Carigo, Georg Meyr, e da Sabrina Strolego, Console onorario d’Austria a Trieste.“Francesco Giuseppe I. Uomo, imperatore, patrono delle scienze e delle arti” si chiuderà domenica 17 giugno e potrà venir visitata i venerdì e i sabati dalle 10 alle 13 e dalle 15.30 alle 19; le domeniche (che prevedono una visita guidata da parte dei curatori alle 16.30) la chiusura è posticipata alle 19.30. L’ingresso è gratuito. —
Riproduzione riservata © Il Piccolo