La voce infinita di Laura Furci a Jazz&Wine

Oggi alla Tenuta Villanova la cosmopolita artista di origine friulana: «La musica è libertà»

CORMONS. Una prima assoluta stasera a Jazz&Wine (a cura di Controtempo): la cantante e pianista Laura Furci presenterà alle 21 alla Tenuta Villanova - inaugurando il ciclo di concerti nelle cantine - il suo ultimo album, appena registrato con il produttore Campi Campòn, vincitore di tre Grammy Awards. La cosmopoltita artista di origine friulana ha partecipato a numerosi festival e condiviso il palco con Al Jarreau. «Presenterò – anticipa - il nuovo EP “paCiencia”, registrato a Madrid. È il mio nuovo esperimento dopo “Think con la tua cabeza”, inciso a New York con numerosi jazzisti americani». «Stavolta - continua - ho fatto tutto da me: cantato i brani - come sempre solo originali nelle mie tre lingue - e suonato diversi strumenti (oltre al piano, wurlitzer, hammond e rhodes). Abbiamo giocato con le sonorità delle tastiere e dell'elettronica».

In regione Laura Furci ha aperto i concerti di Raphael Gualazzi, Nicola Conte e Stefano Bollani: «Il rapporto che si sta creando con il pubblico - spiega - diventa sempre più intenso e appassionato quanto più mi fermo nella mia terra. La mia carriera è iniziata e si è sviluppata sempre all'estero, quindi è una gioia essere apprezzata anche a casa: sono fatta anche delle mie radici. Quando suono all'estero le porto con me, ma soprattutto, quando torno, ho con me un mondo di emozioni, raccolte in altri punti del globo, da trasmettere. Comporre in tre lingue è il risultato di un lungo processo di studi, seguito da uno, altrettanto lungo, di esperienze. Ogni canzone è un mondo a sé. L'aver vissuto tra la Spagna, New York e Berlino ha portato poi alla mia musica varietà, ispirazione, crescita e idee sempre nuove. È nei momenti in cui ci si mette alla prova che nasce la composizione. Per questo non smetterò mai di farlo».

Come coniuga la passione per rock progressivo e jazz d'avanguardia? «Non riesco a ragionare in termini di definizioni - risponde Laura - : la musica è musica e quanta più ne hai assimilata, tanti più strumenti ci saranno da utilizzare. Le mie origini mi hanno regalato le basi della classica e l'amore per il rock, poi mi sono cercata le altre: il jazz attraverso i dischi, il flamenco in Spagna, il jazz d'avanguardia a New York, l'elettronica a Berlino. La musica è un eterno ricominciare da zero: non ha bisogno di essere definita, ma solo sentita, un po' come la vita. È infinita». Quella con Jarreau è stata un'esperienza splendida: «Mi ha regalato l'ispirazione per scrivere e dedicargli il brano "Be shy tomorrow". Mi ha ringraziato per questo: penso sia l'attitudine dei grandi. Prima di chiedermi di duettare, mi ha fatto chiamare in camerino per conoscermi, capire cosa mi muove».

Gianfranco Terzoli

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