L’amore inesperto tra maestro e allieva

Francesca Scotti racconta un gioco di seduzione e sopraffazione, fatto anche di musica

L’andamento de “Il cuore inesperto” di Francesca Scotti (Elliot, pagg.180, euro 17,50) è lento e pastoso, uguale ad alcune delle pagine di musica che Anita studia sulla viola, preparandosi al diploma di Conservatorio. Subito, però, nel fluire delle prime battute di questo romanzo, avvertiamo una nota inquieta, nervosa, come se l’arco dello strumento avesse toccato la corda con l’inclinazione sbagliata, lasciando uscire uno strido.

Perchè lei, Anita, giovane promessa della musica, è poco più che una bambina, e lui, il maestro, Gabriele, l’artista che ormai ha abbandonato le speranze di carriera e i concerti, è un uomo maturo e deluso, con alle spalle una convivenza interrotta in fretta, forse troppo.

Non è amore quello che nasce tra Anita e Gabriele, e non solo per la differenza anagrafica, che lo confina alla voce reato. È l’impasto malato di due solitudini, nutrite entrambe dalla musica, che nella musica trovano un linguaggio comune, paritario, quello che il sesso non potrà mai essere.

Anita, genitori separati - una mamma traduttrice dal giapponese persa nei suoi suoni misteriosi, un padre svelto a rifarsi una vita - si presenta a casa dell’insegnante di viola. Sceglie di andarci senza malizia, intuendo un’attrazione, forse felice di affidarsi a un adulto che non la ignora o la delude, con cui condivide una passione. La relazione che nasce da quell’incontro non viene mai raccontata nel suo crescere, solo cristallizzata dalla scrittrice in alcuni momenti di intimità, sempre in bilico tra seduzione e sopraffazione, tra tenerezza e dipendenza. Tra gioco e ambiguità.

Ma chi è davvero indifeso tra Anita e Gabriele, chi è tra i due il più debole, esposto? La ragazzina che a poco a poco diventa donna, conservando la sua parte di sogno e difendendo il territorio dell’innocenza da ogni intrusione? O l’uomo smarrito nelle sue tentazioni, la cui vita vuota si trascina sotto lo sguardo occhiuto della sorella, che nel cesto della biancheria, tra gli abiti sporchi, intuisce e tace?

Basta una gonna indossata alla rovescia e una vicina di casa più attenta e curiosa di una madre, perchè tutto precipiti. E Anita racconti di quell’unico incontro in un albergo, quando la relazione è scivolata nella malattia. Ma Francesca Scotti, come in una partitura che sul finale s’impenna, ci concede un ultimo incontro tra i protagonisti. E lascia a noi decidere chi è la vittima e chi il carnefice, quale cuore è inesperto.

Arianna Boria

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