L’amore non è facile se “Ti stavo pensando” impazza sui social

la recensione
Si scrive sempre sull’amore, tutti hanno bisogno di amore, perciò pare la cosa più semplice, che non lo sia è un’altra storia, è indubbio però che sia la cosa più gradita. Neppure l’intellettuale più intransigente, resiste alla tentazione di leggere l’aforisma di alcuni celebri cioccolatini, se gliene viene offerto uno. Insomma l’amore è la cosa più ghiotta perché è innegabile che chiunque abbia avuto problemi, su questo fronte: abbandoni, risalite e nuovi abbandoni, e la storia continua. Tanto meglio se la storia è facile, se parla per immagini, se prevede che la didascalia sia piuttosto consolatoria e cioè metta subito in chiaro che è un sentimento rischioso, che fa soffrire ma a cui non si può resistere. Innegabilmente tutti si riconoscono e si sentono eroi, tutto sommato, dolenti ma compresi in un sentire collettivo. È successo a Mattia Signorello, in arte Ollerongis, giovane triestino e vera star dei social, ora al suo secondo libro che si intitola “Ti stavo pensando” (Sperling & Kupfer, pagg. 208) a un prezzo imbattibile, 3 euro e 99 centesimi, neppure 4 euro, una vera strenna natalizia. E d’altra parte che c’è di più natalizio che regalare l’amore? E a un prezzo stracciato per giunta.
La storia naturalmente è sentimentale e i sentimenti, ci racconta Ollerongis, sono difficili. Già. Non si può resistere, ai sentimenti, per cui la nostra protagonista, Greta, cade nel primo amore sbagliato, ama senza essere riamata un giovane egocentrico, Simone. Amore contrastato quindi, Dante direbbe “Amor, ch’a nullo amato amar perdona” e cioè: l’amore che non sopporta di amare senza essere riamato e nella maggior parte dei casi funzionano così. Ce lo dice lo stesso autore, ci dice che “Non sempre l’amore va come dovrebbe”. Chi può contraddirlo? Assistiamo quindi a una lenta caduta di Greta, alla sua sofferenza, all’incomprensione degli amici che tutt’al più vorrebbero tornasse a sorridere, ma non per bontà, semplicemente perché – depressa e infelice – è insopportabile per chiunque. I soli a dare dritte sensate, a rassicurarti sul fatto che dopo un grande amore ne viene sempre un altro, sono i genitori. Nel frattempo si soffre, è innegabile.
Almeno finché un chiodo ne scaccia un altro e il nuovo chiodo di Greta è Matteo, ragazzo per bene, equipaggiato di profondi sentimenti nei confronti della nostra eroina. Ma l’amore non è facile neppure quando sembra esserlo e perciò tra Greta e Matteo insorgono dei nuovi problemi. Questioni che hanno a che fare con paura, incapacità di rischiare, timore di un nuovo abbandono. Anche questo lo abbiamo provato tutti, chi più chi meno, sono le classiche prove con cui un animo spaventato si ritira, non fosse altro per vedere se l’altro resiste, si stancherà o davvero non può vivere senza l’anima gemella? Il tutto in sala rosa, molto rosa, come la copertina del libro e come le poesie che Ollerongis pubblica nei suoi account social, seguiti da migliaia di fan. C’è da dire che se nella prima parte Ollerongis conserva un’apprezzabile lucidità evidenziando come pure il dolore è uno di quei sentimenti che ci fa andare avanti o ancora sottolineando le vacuità con cui e persone tentano di consolarti, la seconda parte cade invece in preda a qualcosa che pare più vicino ai versi di un cantautore. Insomma quando va bene ci troviamo di fronte a un testo che pare di Biagio Antonacci, quando va male siamo in preda ai passerotti di Baglioni. Probabilmente Ollerongis è molto sincero nel suo genere, autentico, al di là di stili ed estetiche, perché appunto quando i follower sono tanti significa che il lettore sente l’autenticità dei testi, non importa se belli o brutti. Ormai le case editrici hanno riservato un cospicuo spazio agli scrittori da social e lo stesso Ollerongis ha ammesso che gli pareva, di questi tempi, l’unico modo per arrivare a farsi leggere da un editore. E non ha sbagliato perché si è fatto riconoscere tra migliaia di persone che con tutta probabilità hanno lo stesso obiettivo: pubblicare un libro. E la favola, pare, continui. —
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