L’archivio vibrante di Lucia Rodocanachi

«Il sole luccicava sulla tovaglia e i cristalli di casa della signora Lucia Rodocanachi, dove i poeti si radunavano per Santo Stefano». Così viene ricordata la triestina Lucia Morpurgo (1901-1978), figlia di Giulio Morpugo, importatore di coloniali, caffè e droghe, sposata poi al pittore Paolo Rodocanachi, amico di artisti vari, da Montale a Sbarbaro. Da subito gli artisti guardarono all’intelligenza vibrante di questa donna per commissionare corpose traduzioni: ai suoi servizi letterari si abbeverano Vittorini, Montale, Gadda e Sbarbaro, i quali non permetteranno che il suo nome compaia. Tutto sarebbe finito nell’oblio se nel 2001 la Biblioteca Universitaria di Genova non avesse acquistato l’archivio di questa Sevigné del ‘900; un epistolario strepitoso per varietà e bellezza (molto simile a quello della Pittoni). Di questa biografia “Lucia Rodocanachi le carte, la vita”, a cura di Franco Contorbia è uno splendido affresco. (Libreria antiquaria Drogheria 28)



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