Lattanzi, una “Storia nera” di violenza
Nel romanzo della sceneggiatrice un complicato rapporto tra marito e moglie

Le mani sui figli non le ha mai alzate. Questo è certo. E quando salta fuori la sua amante, con cui ha messo al mondo una bambina, lei può solo confermare quanto Viuto Semeraro fosse presente nella sua vita. C’è soltanto un dettaglio in più, decisamente non trascurabile, da aggiungere alla storia dell’uomo: picchiava in maniera selvaggia la moglie. Lasciandola, spesso, tramortita a terra. Prima o poi, andando avanti così, sarebbe riuscito ad ammazzarla.
Il problema è che Vito Semerano sparisce prima. La notte del 7 agosto del 2012. Dopo aver festeggiato con la sua famiglia il terzo compleanno della piccola Mara. Perché è stata lei a chiedere che fosse presente papà. Nonostante lui, dalla moglie Carla, si fosse separato ormai da tempo.
Ma dov’è finito Vito? Da lì, dal momento della sua scomparsa, si mette in movimento la macchina narrativa di
“Una storia nera”
. Il terzo romanzo, dopo “Devozione” e “Prima che tu mi tradisca”, di Antonella Lattanzi, la scrittrice nata a Bari, con casa e lavoro da sceneggiatrice a Roma, che è pubblicato da
Mondadori (pagg. 249, euro 18)
.
Con la solita enfasi dell’editoria italiana, questa “Storia nera” viene presentata come «un caso letterario internazionale già in traduzione in più di 10 Paesi». E anche se del libro della Lattanzi, forse, non resterà traccia nella storia della letteratura, bisogna riconoscere alla scrittrice la bravura nel costruire una macchina narrativa che funziona alla perfezione. E la capacità di inventare personaggi che non si afflosciano dopo poche pagine.
La forza di questo romanzo è di mettere al centro della storia una donna umiliata, offesa, picchiata e abbandonata, come Carla. Che, però, deve difendersi dalle accuse della famiglia di Vito di non aver trovato il modo giusto per amarlo. Tanto da farle confessare: «Ti senti in colpa perché se è vero che è stato il marito peggiore che potessi immaginare, pure ai tuoi figli ha voluto tanto bene, e anche a te, ti ha amato da morire, è solo che il suo amore era un campo di battaglia».
E poi, come si fa a troncare una storia d’amore che va avanti da quando Carla era una ragazzina? Seguendo il percorso accidentato di Carla, che da vittima si ritrova sul banco degli imputati, Antonella Lattanzi ripercorre il calvario di tutte le mogli e fidanzate sospettate di essere loro stesse il detonatore della violenza maschile. Visto che la società, nonostante tutti i proclami politici e non per fermare il “femminicidio”, si schiera sempre dalla parte degli uomini.
Ma è pur sempre vero che questo è un romanzo intriso di violenza, da cui verrà tratto un film. Dove buoni e cattivi possono scambiarsi la parte in qualsiasi momento. E nel finale tutto ritorna in gioco, perché la vita non è una storia prevedibile.
alemezlo. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo
Leggi anche