Laura Antonaz canta sul balcone per presentarsi ai nuovi vicini

Il soprano triestino ha cambiato casa prima del lockdown. «Sì alle esibizioni sul web se fatte con moderazione». In futuro “Diversamente Tango”

Patrizia Ferialdi

Metti un trasloco poco prima della quarantena ed ecco che gli effetti psicologici negativi del lockdown sono neutralizzati come per magia. Non stiamo parlando di una nuova tecnica di sopravvivenza appresa da qualche improvvisato guru della rete ma di quanto è accaduto realmente in questi giorni al soprano triestino Laura Antonaz, per la quale l’emergenza sanitaria «si è inserita nel mio vissuto in sordina, poiché il mese di marzo era già da tempo destinato alla clausura domestica dovuta al trasloco, per fortuna ultimato appena in tempo prima delle restrizioni».

Perciò nonostante i timori per la salute e le conseguenti rinunce alle passeggiate, al cinema e alle serate con gli amici, il periodo di quarantena è stato, nel complesso, costruttivo. «I cambiamenti - dice Antonaz - hanno sempre un aspetto positivo. In fondo la casa è il contenitore di se stessi e allestirne una nuova ti regala una ventata di energia ed entusiasmo mentale che compensa ogni fatica fisica. E poi, nel corso degli anni, una sorta di saggezza anagrafica ha contribuito a smussare il mio carattere indocile, inducendomi a cercare l’aspetto positivo anche nelle situazioni più difficili e a vivere una quotidianità di emergenza come quella attuale con serenità, pensando di avere sempre a portata di mano il cosiddetto ‘piano B’».

Un’attitudine mutuata e approfondita già una quindicina d’anni fa nella professione, quando magari le cose non andavano per il verso giusto sul piano artistico o su quello remunerativo, e la consapevolezza di avere un’alternativa - spiega la cantante - era l’unico modo per non perdere la carica di energia necessaria a continuare la professione e tutto ciò che comporta anche in palcoscenico, dov’è fondamentale essere in grado di reagire e saper governare le proprie emozioni.

Anche per Laura come per tutti gli altri artisti, il lockdown ha cancellato diversi impegni, tra i quali il concerto di Pasqua nel duomo di Bellinzona, un liederabend a Basilea con Edoardo Torbianelli e, soprattutto, la Traviata al Teatro LAC di Lugano, istituzione che ha da poco iniziato ad allestire opere liriche con cadenza biennale e scegliendo titoli molto popolari proprio per creare una nuova consuetudine in una città sprovvista di teatro fino a ieri. Ma ha introdotto pure la novità dei flash mob dalle finestre. «La primissima volta – racconta Antonaz – ho partecipato con entusiasmo e un gran desiderio di comunicare e di presentarmi ai nuovi vicini dal balcone. Ho cantato due o tre brani a cappella e sentire la voce non accompagnata come se non fosse la mia risuonare nella strada e richiamare diverse persone, dal single alla famiglia con bambini, oltre che farmi piacere mi ha davvero emozionato. Così come ho capito che la divulgazione sul web sia a livello istituzionale che individuale, per la nostra categoria di artisti lirici e musicisti, se fatta con moderazione e professionalità serve sia alla visibilità sia a mettersi in gioco in modo non invasivo, perché nessuno ti obbliga a vedere alcunché se non lo desideri».

Auspicando una rapida fine dell’emergenza, Laura Antonaz guarda ai prossimi impegni canori che potrebbero concretizzarsi già in autunno, a partire dal laboratorio di madrigale organizzato dall’Usci al Liederabend insieme al pianista Elia Macrì ma anche al nuovo progetto intitolato “Diversamente Tango” ovvero un percorso con più di venti brani in otto lingue diverse, desunti da situazioni estranee al ballo e con origini musicali diversissime ed eterogenee. In questo momento però l’importante è volersi bene con fiducia e non abbandonarsi ai disfattismi. «Le difese immunitarie, con la tristezza o il rancore vengono meno. Energia e slancio vitale per guardare oltre servono a tutti ma soprattutto a noi cantanti per governare respiro, lucidità, equilibrio e flessibilità necessari per salire sul palcoscenico. Se fai tesoro di tutte le emergenze che vivi nella vita - conclude Antonaz - poi sei temprato anche per le emergenze che, prima o poi, ti capitano sulla scena». —

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