Le donne di Arturo D’Ascanio tra adorazione e tentazione

TRIESTE. Donne distese a riposare col viso dolcissimo e assente, corpi sinuosi che si avviluppano come gambi di fiori, ragazze per strada colte nella loro naturale quotidianità o pronte alla danza in una languida sera estiva. C'è tutto uno sfaccettato universo femminile nelle opere di Arturo D'Ascanio esposte nella mostra "1939, con lei" allestita fino al 15 luglio nella veranda finestrata del locale La Corte Café in piazza San Giovanni. Tra i quadri anche un coraggioso omaggio alla celebre fotografia di Mario De Biasi "Gli italiani si voltano": nel 1954 la rivista Epoca commissiona al fotografo un servizio per documentare l'effetto che fa il passaggio di una bella donna nel centro di una grande città come Milano. La ragazza conturbante di spalle nello scatto è Moira Orfei e la reazione del gruppo di uomini intorno a lei, raccolti davanti alla centralissima galleria Vittorio Emanuele II, è da manuale: si voltano tutti a guardarla, chi sorridendo, chi commentando, chi ammiccando. È la donna, quindi, il catalizzatore al centro di questa mostra e almeno tre le parole chiave che l'artista decide di declinare per raccontare il femminile: amore, mistero e umanità. D'Ascanio segue la sua poetica e le sue immagini assumono tratti che sono avvicinabili ai maestri americani del fumetto, come evidenzia l'architetto Rossella Gerbini che cura la mostra. C'è la grafica all'origine del percorso dell'artista e c'è l'uso dei colori a pennellate nette e decise. Grazie alle scelte cromatiche i soggetti femminili in mostra acquistano carattere e personalità, possono essere di volta in volta modelle che si concedono all'occhio dell'artista o eroine di storie a tinte forti in cui rivestono agli occhi degli uomini ruoli molto diversi, ora minaccia tentatrice, ora visione angelica impalpabile ed eterea per cui sacrificare tutto.

Dice Rossella Gerbini: «D'Ascanio con grande eclettismo nel dipingere trasforma il primigenio tratto grafico in pittura, usando in maniera irrituale ma non casuale il colore, in modo da offrire anche all'osservatorio più distratto sensazioni calde e positive». Arturo D'Ascanio, pittore realista che da anni vive a Trieste, si è diplomato nel 1975 all'istituto artistico di Vasto, in provincia di Chieti, nella sezione oreficeria.

Qualche anno fa ha donato la sua opera intitolata "1981" alla segreteria provinciale del Sindacato autonomo di polizia di Trieste: lui, poliziotto in pensione, ha voluto ricordare l'anno della legge 121 che ha smilitarizzato la polizia e ha visto nascere il sindacato. —

Corrado Premuda



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