Le memorie del terremoto del Friuli in un podcast

“Com’era dov’era” è un progetto di Artifragili, Miela, Ogs, Cineteca del Friuli e altri enti

Annalisa Perini
Una foto d'archivio del terremoto che scosse il Friuli il 6 maggio 1976.
Una foto d'archivio del terremoto che scosse il Friuli il 6 maggio 1976.

Il terremoto del Friuli del 1976, l’enorme peso degli eventi, ma anche la mobilitazione e ricostruzione collettiva che ne seguirono e che tutt’oggi sono esempio e memoria viva, diventano argomento di un podcast, in 5 puntate racchiuse sotto il titolo “Com’era Dov’era”, di cui le prime due sono disponibili gratuitamente su Spotify.

A quasi 50 anni di distanza, i giovani attori di Artifragili, nati tutti dopo il 1993, le hanno realizzate grazie al coinvolgimento del Centro di Ricerche Sismologiche dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale, la Cineteca del Friuli, il Museo Tiere Motus di Venzone e il Teatro Miela di Trieste, dando voce a un’esplorazione di quanto accadde, ma anche al presente, in un confronto con esperti del settore tecnico e scientifico e testimoni diretti.

Il podcast spazierà da elementi di geologia fino all’esperienza di chi quei tragici giorni li ha vissuti sulla propria pelle, anche con il racconto di chi decise di prestare aiuto come volontario.

Il progetto “Com’era Dov’era – Viaggio immersivo lungo le tracce del terremoto”, prodotto con il sostegno della Regione, è stato presentato al Teatro Miela, con cui Artifragili collabora stabilmente, da Veronica Dariol, autrice del podcast con Davide Rossi, e il direttore artistico di Bonawentura Massimo Navone che ha sottolineato l’importanza di un approccio culturale che fa della testimonianza un veicolo di insegnamento e riflessione nel coinvolgimento e confronto con le nuove generazioni.

Le altre tre puntate del podcast, che si avvale delle musiche originali di Davide Rossi e dell’editing e sound design di Emanuele Amodeo, saranno via via disponibili dalla settimana prossima, ogni venerdì, sempre gratuitamente, su tutte le piattaforme. Il progetto racconta la storia del terremoto e l’impatto che ha lasciato su chi lo ha vissuto e sulle generazioni successive.

E per stimolare una riflessione su una mobilitazione nazionale e internazionale che fu tempestiva ed efficace e sugli effetti di una ricostruzione guidata dal concetto “Com’era, Dov’era”, Artifragili ha realizzato anche delle performance site-specific, dirette e interpretate da Alejandro Bonn e Romina Colbasso, svoltesi in estate in alcuni dei luoghi interessati dalla tragedia, Portis Vecchio, Artegna e Venzone.

Gli spettatori sono stati coinvolti in passeggiate in quei luoghi, potendo ascoltare tramite cuffie degli estratti in anteprima del podcast, e hanno assistito a una proiezione di video di famiglia di cineamatori, con il materiale fornito dalla Cineteca del Friuli e i racconti di Fiammetta Rodella e Dario Rizzo.

«Abbiamo avuto un istintivo interesse per l’argomento – racconta Dariol – e a quel punto la nostra indagine è partita proprio dalla domanda sul senso e l’importanza per dei giovani come noi, nati vent’anni dopo il terremoto, del parlare di quell’evento enorme e tragico. E il progetto è stato immergerci in un percorso di scoperta a nostra volta, grazie a incontri e interviste.

Carla Barnaba dell’Ogs ci ha spiegato come si forma un terremoto, Floriana Marino, direttrice del Museo Tiere Motus, che ha collaborato lei stessa alla ricostruzione del Duomo di Venzone, si occupa di trasmettere la memoria ai giovani, Davide Zamolo, testimone degli eventi, organizza occasioni di incontro per la comunità con la proloco, lo psichiatra Alessio Bon nel’76 era uno specializzando in medicina e subito partì per portare il suo aiuto, così come fece Roy Rossi, all’epoca volontario 17enne, con degli amici scout». —

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