Le origini della scrittura prima dell’alfabeto su sigilli e bassorilievi

di GIOVANNA PASTEGA
“Poiché la bocca del messaggero era pesante e non riusciva a ripetere il messaggio, il Signore di Kullaba appiattì dell'argilla e vi mise delle parole sopra, come una tavoletta. Fino a quel momento, non vi era mai stato chi mettesse delle parole sull'argilla”. Nei versi di uno dei più antichi poemi sumerici, “Enmerkar e il signore di Aratta”, viene descritta la nascita della scrittura ovvero il rivoluzionario passaggio dalla pre-istoria alla storia. Ai primi passi della scrittura cuneiforme e ai popoli che le diedero vita è dedicata la suggestiva mostra "Prima dell'alfabeto. Viaggio in Mesopotamia alle origini della scrittura" promossa dalla Fondazione Gianacarlo Ligabue e curata dal professor Frederick Mario Fales dell'Università di Udine.
Quando e dove nacque esattamente la scrittura? Secondo i ricercatori la parola scritta si generò più o meno in contemporanea in Mesopotamia e in Egitto, poi spargendosi a vasto raggio. Non vi sarebbe un'origine monocentrica del fenomeno, ma al contrario i sistemi di scrittura della Mesopotamia, dell'Egitto, della Cina e del Mesoamerica sarebbero del tutto indipendenti, nati in risposta a necessità locali particolari del tutto diverse. «Oggi - spiega Fales - appare difficile stabilire un'equazione universale tra la nascita della scrittura e le insopprimibili esigenze burocratico-amministrative dei popoli. Inoltre, anche attraverso studi sui sistemi cognitivi dell'uomo antico, si ritiene che la scrittura abbia rappresentato in tanti casi un modo della comunicazione umana parallelo al linguaggio e non asservito a quest'ultimo. Tutti questi diversi aspetti - tecnici, formali e contestuali - indicano che la scrittura non fu un fattore costitutivo della complessa burocrazia della Mesopotamia più arcaica, ma fu - al massimo - uno dei suoi sviluppi come formalizzazione di una serie di sistemi di notazione simbolica già esistenti e adoperati per vari scopi, dal gioco, al rito, al business».
In mostra a Palazzo Loredan, sede dell'Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti di Venezia, circa 200 opere provenienti dalla Collezione Ligabue e da importanti musei: preziosi sigilli cilindrici con scene di vita quotidiana o di corte, episodi mitologici, cacce alle belve, pratiche mediche o magiche, scene mitologiche, momenti di convivialità; bassorilievi scoperti nell'800 dai famosi archeologi Paul Emile Botta e Austen Henry Layard; tavolette d'argilla in caratteri cuneiformi dai più svariati contenuti: dalla compravendita di una casa, alla formula magico-medica per una partoriente, dal calendario di uno studente ai messaggi commerciali, agli editti regali, alle leggi sul diritto di famiglia, ai "vocabolari" (liste di parole), agli scambi commerciali, fino alle lettere personali o ufficiali e ai testi poetici o ai testamenti. «Come piaceva a mio padre - spiega Inti Ligabue - ho voluto che questa mostra fosse dedicata a tutti, aperta soprattutto alla curiosità dei bambini che sui banchi di scuola studiano i popoli mesopotamici e l'origine della scrittura. Per questo abbiamo affiancato ai reperti le nuovissime tecnologie digitali interattive che permetteranno insieme a visite guidate e laboratori di approfondire uno dei passaggi fondamentali della storia dell'umanità».
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