L’invasione dei vegetali nel “Giorno dei trifidi” guarda ai nostri giorni

Versione restaurata per un classico della fantascienza apocalittica e post-apocalittica. Inglese, classe 1962, “Il giorno dei trifidi” ( “L’invasione dei mostri verdi”) racconta la proliferazione di una nuova specie vegetale, di probabile origine artificiale, che ha la capacità di sfilarsi dal terreno e muoversi lentamente. Piante carnivore i trifidi, in grado di comunicare fra loro e dotate di un aculeo mortale. Coltivate però dall’uomo per insensatezza e per amore di una scienza che al solito si rivela inesatta.
Vero e proprio cult-movie per gli appassionati del genere - tratto da un romanzo (noto ai più con il titolo “L’orrenda invasione”) scritto dall’inglese John Wyndham nel 1951 - che ritrova tutto il suo splendore grazie alla Cecchi Gori Home Video. Film in pieno stile anni Cinquanta quello firmato da Steve Sekely, in cui i mostri verdi sono tuttavia solo una scusa per raccontare un dramma più profondo. Lo sfondo, per raccontare una società umana degradata e violenta, nella quale la cecità diffusa fa emergere la parte peggiore delle persone. L'inizio, col protagonista che si risveglia in ospedale ignaro dell'apocalisse, ha ispirato sia il prologo di “28 giorni dopo” di Danny Boyle, che la graphic novel “The Walking Dead”. E poco più di trent'anni dopo il portoghese José Saramago sarebbe tornato sul tema con il romanzo “Cecità”. Tanti i motivi per essere ricordato, film capace di precorrere i tempi, unendo il tema dell’invasione, visitato in lungo e in largo nel decennio precedente, a scenari di devastazione globale, perciò in anticipo sul genere catastrofico che entrerà a pieno regime solo a partire dagli anni Settanta. Il panico si è sparso in tutto il mondo, si vedono brevi e allarmanti notiziari esteri in successione, ma l’attenzione resta in Inghilterra, dove il protagonista Bill raggiunge il porto in tempo per seguire lo schianto di un aereo guidato da piloti ciechi. Il recente “Segnali dal Futuro” presenta nelle scene principali due incidenti del tutto simili. Ma è “La guerra dei mondi” il vero film da citare, padre diretto di questo piccolo capolavori sci-fi.
Cristina Borsatti
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