L’io profondo nel mito indiano delle teste scambiate

Hans Tuzzi è uno scrittore e saggista italiano. Dotato di una scrittura versatile, Tuzzi è conosciuto anche per una serie dedicata al commissario Norberto Melis, altrettanto popolare è il suo ciclo sull’agente asburgico Neron Vukcic, in cui probabilmente ha influito il ramo materno viennese-goriziano dell’autore. Tuzzi ha pubblicato inoltre molti saggi e romanzi letterari tra cui l’ultimo, da poco in libreria, “Nessuno rivede Itaca” (Bollati Boringhieri). Quest’ultimo è un coinvolgente confronto tra i due protagonisti, Massimo e Tommaso. Il primo lascerà una sorta di eredità “intellettuale” ed emotiva al più giovane, musicista e sciupafemmine, che seguirà per tutto il romanzo lettere, ricordi, riflessioni di Massimo. Nel lascito troverà anche un romanzo con l’omonimo titolo del libro. Un percorso quindi metaletterario, scorrevolissimo e seducente, che mette al centro l’esistere nel suo significato più alto, il desiderio, la bellezza, la giovinezza, soprattutto l’adesione alla vita che vive nella memoria, in un passato irripetibile, sia individuale che collettivo, un susseguirsi appassionante di vite e di epoche. Il suo consiglio: «“Le teste scambiate” di Thomas Mann. Il racconto, pubblicato nel 1940, venne tradotto nel 1955 da Mondadori, che lo ristampa con regolarità. Si ispira a una fiaba indiana (il sottotitolo è: “Eine indische Legende”). Shridaman e Nanda sono amici inseparabili. Invasato da Kali, Shridaman si decapita e Nanda, per non essere accusato di omicidio, fa altrettanto. Sita, moglie di Shridaman, ottiene di riportare in vita i due, ma nella fretta scambia le teste. Che succederà? Qui Mann dice assai più di quanto scrive. E infatti Rico Hofmann analizza l’enigmatico racconto secondo l’antropologia interpretativa di Clifford Geertz. Ma per capire come le fiabe, proprio come i miti, proprio come i sogni, rechino in sé le tracce dei grandi archetipi e dell’io profondo basta rileggersi “Il re e il cadavere” di Heinrich Zimmer (Adelphi), un saggio fondamentale per l’analisi mitopoietica che, guarda caso, tratta anch’esso di “una leggenda indiana”». —
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