“Lo stivale sul collo” in scena nella Dolina dei Bersaglieri

Sara Del Sal
L’estate del Friuli Venezia Giulia profuma di storia. Le location più suggestive della regione si riaprono offrendo al pubblico un’occasione unica, quella di mettere in contatto lo spettatore di oggi con le generazioni precedenti che avevano popolato quell’area. In regione c’é un illuminato drammaturgo, come Carlo Tolazzi, che in questo si rivela da tempo un fuoriclasse. Sarà lui a mettersi in gioco domani alle 20.30, a Fogliano di Redipuglia, nella Dolina dei Bersaglieri con “Lo stivale sul collo”. Uno spettacolo che vedrà in scena anche lo stesso Tolazzi ad affiancare Marianna Fernetich.
«Ho scritto un monologo femminile che è nato dallo studio di alcuni documenti custoditi dal Comune di Treppo Carnico. Solo che più procedevo, più mi rendevo conto che sarebbe stato più efficace portarlo in scena con altre voci, con cui la protagonista dialoga. Da un lato infatti si confronta con l’esercito, gli invasori, quei tedeschi che sono arrivati nella nostra terra, soprattutto nelle aree montane, con un dominio molto pressante, e dall’altro dialoga con gli storici, quegli studiosi che, a posteriori vedono gli eventi con una diversa consapevolezza. Ma senza averli vissuti e basando le proprie obiezioni su calcoli e cifre» spiega Tolazzi.
Andando a indagare il periodo immediatamente successivo alla fine della prima guerra mondiale, si potrebbe ipotizzare che si ritrovi a fare il conto con la “Spagnola”. «Nessun riferimento, a pensarci bene non ne ho trovati in nessuno dei documenti che ho esaminato - spiega Tolazzi -. Questa è la storia di un gruppo di donne che dai monti scendevano a cercare i viveri portando con loro granoturco e sale, da vendere. Non era facile per loro affrontare quel lungo viaggio, nella maggior parte dei casi a piedi, ma non era nemmeno uno sforzo premiato con delle certezze. Al rientro, infatti, capitava spesso che venissero fermate dai soldati tedeschi e depredate dei loro beni. Una donna, in seguito a un episodio di questo tipo, si è tolta la vita perché aveva perso tutto ciò che le restava». Con la scenografia naturale della Dolina, sarà ancora più suggestivo seguire questo racconto, che va a rivelare una particolarità di una regione in cui la Storia ha agito in modi molto simili, spesso creando rotture. In questo caso l’unico confine sarà la distanza, ormai obbligatoria, tra il pubblico, che dovrà comunque prenotare il posto, come ormai è d’uso per tutti gli eventi all’aperto di questa estate. —
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