“Love me tender” apre ai Fabbri le stanze oscure del sesso

Da domani a sabato lo spettacolo con l'attore Shi Yang Shi e Marco Ottolini La regista Marcela Serli: «Indago un centro intimo di libidine e dolore»
Annalisa Perini



Uno spettacolo dai temi e toni “forti”, che parla di dipendenza sessuale usando la chiave della dipendenza affettiva e che racconta come il bisogno di accettazione, di accoglienza emotiva, d'amore, possa spingere verso un vuoto ancora più profondo nel cercare di far tacere il dolore attraverso il sesso e l'attaccamento morboso. “Love me tender”, con la regia di Marcela Serli, interpretato dall'attore Shi Yang Shi e con la partecipazione di Marco Ottolini, sarà in scena da domani a sabato, alle 20.30, al Teatro dei Fabbri nel cartellone di teatro contemporaneo AiFabbri2 de La Contrada.

Prodotto da Nidodiragno/CMC nasce da un'indagine sul campo condotta dagli autori, la drammaturga Renata Ciaravino e lo stesso Shi Yang Shi, svolta anche in collaborazione con la S.i.i.pa.c., la Società Italiana di Intervento sulle Patologie Compulsive di Bolzano, un centro specializzato nella cura e riabilitazione di persone con problemi di dipendenza psicologica.

Shi Yang Shi, a cui si deve la “miccia” dello spettacolo, l'idea iniziale, è originario di Jinán, nel nord della Cina, ma vive in Italia nel 1990. Nella sua vita ha fatto mille lavori, dal lavapiatti al venditore ambulante, dal traduttore simultaneo alla Iena in televisione, dal mediatore culturale all'attore per cinema e teatro.

Laureato alla Bocconi, alcuni anni fa per Mondadori ha pubblicato “Cuore di seta”, libro in cui trasporta il lettore nel suo mondo multicolore di giovane cinese cresciuto in Italia, e poi cittadino italiano, per raggiungere un equilibrio faticoso quanto delicato. “Love me tender” racconta però, attraverso il protagonista, un'altra storia, molte storie, appunto sulla dipendenza sessuale, aneddoti realmente accaduti a persone che hanno voluto raccontarsi nel percorso che ha portato alla stesura del testo teatrale. Da principio doveva essere un monologo, ma non lo è. Nel dirigerlo Marcela Serli ha voluto aggiungere sul palcoscenico un altro personaggio misterioso creando, spiega, «una regia che è a cerchi concentrici, una spirale che va da fuori, dall’esterno, dagli altri, verso il centro, verso l’Io. Un centro intimo, libidinoso, doloroso e meschino, a tratti grottesco, ma assolutamente accattivante, in uno spettacolo forte, che fa discutere perché affronta tabù profondi». «Da molto tempo – dice ancora Serli – indago nei temi dell'identità e argomenti che riguardano il mondo omosessuale, ma per la prima volta, per questo spettacolo, sono stata chiamata a lavorare su una storia che parla del tema nascosto delle “dark room”, luoghi dove si fa sesso con sconosciuti, e su un corollario di altri argomenti legati alla dipendenza sessuale».

Il macrotema però è quello dell'accettazione, assieme alla dipendenza affettiva. “Love me tender”, consigliato per un pubblico adulto, intende muoversi in modo non edulcorato e consolatorio lungo il percorso di un uomo, dalla sua infanzia all'età adulta, per raccontare una storia non soltanto sua e che vuole entrare in quelle “dark room” anche per uscirne, parlando di sentimenti, emozioni, fragilità comuni e di soluzioni apparenti, in senso più ampio, che possono rivelarsi disfunzionali. Info: contrada@contrada.it - 040947481. —

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